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Francia/Louviers  
Peris + Toral Arquitectes

Ateliers Hermès

Prendiamo la matita e immaginiamo di disegnare le evoluzioni di cavalli liberi di correre e saltare nella natura dei paesaggi collinari della Normandia. Riportiamo gli slanci e i galoppi sugli affacci di maschi murari laterizi, trasformandoli in archi danzanti di mattoni rossi d’argilla cotta. Interagiamo, attraversando questa cortina traforata, assieme agli alberi,ai dossi e ai colori di fiori e farfalle. Stiamo disegnando un carré di Hermès, oppure visitandola recente sede immaginata per la Maison da Lina Ghotmeh in Normandia, la cui pianta mantiene appunto le stesse proporzioni quadrate del noto foulard maggiorate di scala. Poco lontano dalla Domus del grande peristilio di Vieux-la-Romaine, proprio sulla strada romana di collegamento fra Rotomagus (Rouen),con Lutetia (Parigi), e da lì con Roma, si trova Louviers. La cittadina è storicamente dedita alla lavorazione artigianale dei pellami: come testimoniano gli scavi archeologici svolti nella zona, in cui sono stati rinvenuti elementi propri della lavorazione del cuoio. Fra le principali produzioni della nuova sede sono le selle per l’equitazione. Le pareti perimetrali dell’architettura richiamano agli occhi e alla mente le grandi strutture romane per gli acquedotti, fra le quali proprio in Francia, ma al sud, quella del Pont du Gard vicino a Nimes è tra le meglio conservate in Europa. In questo senso a maggior ragione è calzante l’espressione cara alla progettista, in riferimento alle proprie architetture, di “archeologie per il futuro”: le architetture fanno proprio il genius loci nel mix di natura, memoriae saperi, per costruire le ossature concrete di fabbriche, capaci di rilanciare al futuro il proprio passato rinnovandone i contenuti con conoscenza tecnica e consapevolezza. Gli interventi indiani di Louis Kahn paiono essere esempi accostabili per approcci ed esiti formali. L’Oriente e l’internazionalità risuonano nella formazione della progettista, avviata in Libano nella terra d’origine, proseguita nelle collaborazioni con Jean Nouvel e Norman Foster, quindi approdata ad autonoma posizione in Francia. Sono sette le tipologie d’arco composte sulle murature esterne e interne, declinate rispetto alla dimensione delle aperture in archi volti ribassati a quattro ghiere e dunque sviluppi delle stesse fino a circa 100 cm, ovvero varianti a treghiere, due e una, a tutto sesto e proporzionalmente di luci inferiori. Gli sviluppi grafici esecutivi sono stati tradotti per il cantiere in centine lignee, dime dipinte e giunti pigmentati per dare continuità cromatica alla cortina muraria. Dal progetto alla costruzioneil mattone incarna le filosofie corrispondenti della progettista e della committenza, proponendosi per naturalità e appartenenza al luogo, come pure quale tassello elementare per trame d’esecuzione artigianale vibranti allaluce e consistenti al tatto. Perciò le istantanee del cantiere restituiscono atmosfere simili a quelle delle esposizioni itineranti “Hermès in the Making”, con tappa anche a Torino nel 2022, nelle quali l’azienda ha voluto comunicare le conoscenze artigiane d’eccellenza dei propri stabilimenti, nella compresenza delle persone e delle tecniche concorrenti alle produzioni della griffe.Le medesime atmosfere si percepiscono per l’appunto anche negli scatti delle attività lavorative di pelletteria svolte all’interno della nuova architettura. Non è un caso, allora, l’utilizzo reiterato del laterizio e del mattone, in particolare, in molti spazi di Hermès nel mondo: per negozi, showroom, stabilimenti, allestimenti per saloni fieristici e sfilate. Anche grazie all’utilizzo del laterizio come materiale principe, l’intervento di Louviers raggiunge inoltre gli elevati obiettivi ambientali prefissati: utilizza oltre 500.000 mattoni (durevoli e sostenibili) di fornaci locali, e messi inopera da capomastri del posto, si lascia permeare da illuminazione e ventilazione naturale, si scalda mediante geotermia e produce l’energia elettrica necessaria con pannelli fotovoltaici; il parco riusa il terreno di scavo e ospita numerose essenze sia preesistenti, sia di nuova piantumazione. Secondo le classificazioni ambientali francesi l’opera è certificata E4C2: genera il massimo livello di bilancio energetico positivo (E4, poiché produce più energia di quanta ne consumi), e il minor grado di emissioni di anidride carbonica in atmosfera (C2, nel senso del nullo rilascio di carbonio). Nell’ultimo decennio Lina Ghotmeh ha vinto il concorso e realizzato il Museo Nazionale dell’Estonia, un intervento fuoriuscente progressivamente dal terreno, con spazialità interne in reciproco scambio visuale con la natura esterna; ha quindi ideato numerose opere internazionali. Sta ora lavorando al padiglione del Bahrein perla prossima esposizione universale di Osaka, basato sull’artigianalità tipica, incarnata e sublimata dall’architettura per essere essa stessa strumento di racconto al mondo esteriore e di dialogo con le persone.

 

Alberto Ferraresi

Architetto, Libero professionista

 


Scheda tecnica

Oggetto: Sede manifatturiera per la lavorazione dei pellami
Località: Louviers, Normandia - Francia
Committente: Hermès International
Progetto architettonico: Lina Ghotmeh – Architecture
Progetto paesaggistico: Erik Dhont Landscape Architects
Progetto strutturale: EVP Ingénierie
Progetto impiantistico: Frank Boutté Consultants
Progetto acustico: Clarity
Progetto antincendio: Systea - Namixis
Controllo costi: AE75
Cronologia: 2019 (progettazione), 2023 (costruzione)
Superficie: area 3 ha, edificio 6.200m
Fotografia: Iwan Baan (opera completata) /Iwan Baan (opera completata) /Takuji Shimmura (cantiere) | © Hermès