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Italia/Perugia  
Giovanni Cardinali e Studio PAN

Cantina Briziarelli

«Se tu pensi a un mattone, ad esempio, e tu chiedi al mattone: “Che cosa vuoi, mattone?”. Il mattone ti risponde: “Vorrei essere un arco”. E se tu dici al mattone: “Senti, gli archi sono costosi, potrei usare un architrave di cemento su di te, che ne pensi?”. Il mattone dice: “vorrei essere un arco”». […] «E se domando al mattone perché non posso impiegare al di sopra di una apertura in una parete di mattoni un elemento in acciaio oppure una trave di cemento armato, il mattone mi risponde: “Sì, tu puoi impiegarlo, ma facendo ciò non mi valorizzi, non mi rendi onore. Tu mi valorizzi solamente se mi dai le piene simboliche possibilità del mio materiale. Se mi dai un arco, io mi comporto con la massima gloria”. Una trave in acciaio è una soluzione di ripiego; una trave in cemento armato è troppo imponente. Entrambe le soluzioni umiliano i mattoni; e, avendo a che fare con i mattoni, si cerca di farli vivere o morire, ma non si cerca di umiliarli ...».
La “bellezza”, insegnava l’architetto Louis I. Kahn ai suoi studenti, emerge dalla selezione, dalle affinità, dall’integrazione.
Bisogna consultare la natura e, visto che anche la materia ha un’anima, il dialogo -vero- con il mattone è meno surreale di quello che sembra, perché «i materiali naturali hanno un modo speciale di mischiarsi».
In questo contesto, se è vero che anche i materiali da costruzione hanno un’anima, credo che si possano annoverare pochi esempi recenti dove la ricerca metodica sulle caratteristiche fisiche e statiche di un materiale, nel caso specifico il mattone, abbia raggiunto una forma di espressione compiuta: tra questi, un’opera completata pochi anni orsono, ovvero la Cantina Briziarelli a servizio dei vigneti di proprietà dell’omonima società agricola, siti nelle colline di Montefalco e Bevagna, culla del vitigno Sagrantino DOCG.
Il tema della valorizzazione del materiale rende onore alle sue potenzialità e alle soluzioni architettoniche che, scelte dai progettisti, lo esaltano attraverso le diverse configurazioni: la torre a forma di tino, la quinta a forma di vela leggermente incurvata che protegge, contiene e genera gli spazi di rappresentanza, e l’opificio destinato al ciclo produttivo di vinificazione.
Quando si giunge ai piedi della tenuta, già da una certa distanza, sul poggio che sovrasta l’intera proprietà si scorge la cantina come segno nel paesaggio, monumentale, ma ben calibrato alla scala territoriale: una cantina- paesaggio che ha l’obiettivo di integrarsi e di aumentare, con la sua stessa presenza, il valore del territorio nelle sue diverse valenze topografiche, culturali e storiche.
In questa parte dell’Umbria, storicamente vocata alla tradizione del mattone, l’utilizzo di questo materiale fa emergere la sua anima e lo fa dialogare con il paesaggio e con la cultura del territorio.
L’architettura è frutto dell’incontro tra Genius Loci e la tradizione del laterizio delle fornaci Briziarelli di Marsciano, in questo caso impiegato in modo controllato attraverso diverse tipologie per soluzioni e scopi distinti.
Il progetto realizzato della nuova cantina ha previsto la sostanziale separazione degli spazi produttivi da quelli di rappresentanza ottenuta semplicemente con la differenziazione di quota. Dal parcheggio, infatti, attraverso una rampa in leggera pendenza si accede all’ingresso (quota 0,00 m) che, in posizione centrale, oltre ad ospitare la reception, funge da cerniera tra l’asse est-ovest e l’asse nord-sud dell’impianto del manufatto.
L’asse est-ovest è definito e caratterizzato dalla grande vela in mattoni con al centro la torre a forma di tino rivestita in rame aggraffato dalla quale, scendendo attraverso una scala in vetro e acciaio schermata verso l’interno da un sistema di montanti verticali in legno di abete, si arriva alla barricaia (quota -4,50 m). Percorrendo la stessa scala, ma salendo di quota, si raggiunge un piccolo spazio con vista panoramica sull’intera vallata. Al lato ovest della torre sono collocati gli uffici, mentre sul lato est prende corpo la sala degustazione che culmina con una zona living definita da una “scatola in vetro” che, estrusa dalla curva della vela in mattoni, offre una vista privilegiata sui vigneti della tenuta e i borghi più belli di questa regione. Nella parte nord, alle spalle della reception si trova una piccola piazza per le degustazioni a sua volta protetta dalla vela in laterizio caratterizzata in questo caso da gelosie a schermare il sole lasciando la vista sul paesaggio.
Nella parte sud, invece, troviamo il fabbricato di impostazione planimetrica tradizionale adibito alla vinificazione: uno spazio a doppia altezza già svelato internamente attraverso un bow-window in corrispondenza della reception. Il conferimento uve e tutto il reparto di lavorazione, stoccaggio e imbottigliamento, si trovano alla quota –4,50 m, raggiungibile dal parcheggio attraverso un’ampia rampa e dal vigneto, verso nord, con una stretta rampa in corrispondenza della torre.
La cantina Briziarelli è frutto di un intenso dialogo e collaborazione tra i diversi attori fondamentali per il raggiungimento di un risultato di qualità: la committenza, che ha concepito e guidato l’intervento con rispetto e chiarezza, accompagnando con costanza e dedizione la realizzazione della cantina e continuando nel tempo a valorizzarla; l’agronomo Roberto Ricci che ha saputo valorizzare al massimo il terroir della proprietà in stretto dialogo con il team di progettazione composto da: l’architetto Giovanni Cardinali e lo studio PAN Ingegneria guidato dagli ingegneri Fabio Lalli e Riccardo Ricci che hanno ideato e costruito questa cantina-paesaggio con la sapienza di altri tempi.

Roberto Bosi,
Architetto, PhD, Docente a contratto - Università degli Studi di Firenze


Scheda tecnica

 

Oggetto: Cantina vinicola Briziarelli
Località: Bevagna, Perugia
Committente: Società Agricola Briziarelli s.r.l.
Progetto architettonico: Giovanni Cardinali
Team di Progetto: Pan Studio di Ingegneria: Fabio Lalli, Riccardo Ricci FLU.PROJECT Studio Associato: Michele Bartoccini, Roberto Ricci
Progetto strutturale: Pan Studio di Ingegneria: Fabio Lalli, Riccardo Ricci
Progetto impiantistico: Ediltermica Castrianni, Ediltermica Castrianni, Cieffe s.n.c. di Falchi Luigi e C.
Impresa di costruzione: C.E.I. Costruzioni s.r.l.,B.L. Costruzioni s.r.l.
Cronologia: Inizio lavori 2011, fine lavori 2017
Superficie:

1860 m2
piano seminterrato 1.383 m2
piano terra 477 m2

Fotografie: © Gianpaolo Pauselli