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Cina/Shanghai  
Neri&Hu Design and Research Office

Schindler City

Torre eterea e basamento massivo sono gli elementi architettonici primari della nuova sede Schindler in Cina. La nuova torre è un segno leggero nel paesaggio, quasi una lancia infissa nel terreno egualmente rivolta ai quattro lati a cercare rapporti con le altre elevazioni di Shanghai. È alta duecento metri e serve per testare ascensori. Ritta e slanciata, svetta ancor più perché, dall’esterno, non se ne vede la base, avvolta nel massivo insediamento murario penetrato solo in quota da localizzate finestre sul mondo circostante, e permeato a terra da ben individuati punti di accesso alle corti interne.
La possente opera muraria laterizia è protezione, ma anche stimolo a entrare per vedere oltre la cortina. Il riferimento universale per l’opera difensiva in Cina è la grande muraglia. Essa è al contempo suggestione, tipologia edilizia, esempio di tecnica costruttiva. Il tassello dell’intero mosaico, particolarmente della fase di costruzione sotto la dinastia Ming è il mattone grigio d’argilla, tipico del procedimento di fabbricazione introdotto dall’industria locale in quel periodo.
Per accelerare i tempi di realizzazione della muraglia si mise a punto un sistema per velocizzare l’essiccatura dei mattoni: scavando un canale in testa alla fornace e versando acqua i mattoni raffreddavano più rapidamente; il processo generava grande quantità di vapore impedendo l’ingresso di aria dall’esterno, così che il ferro contenuto nell’argilla non ossidava.
Il mattone assumeva quindi un colore non più rosso, comunque anche molto diffuso in Cina, ma grigio simile a pietra. In abbinamento, nell’edilizia storica cinese è inoltre usuale il trattamento superficiale con olio di Tung: un olio essiccante ottenuto dal seme della noce dell’albero Tung, da cui si ricava un liquido scuro, denso e viscoso utilizzato anche sulla superficie a vista del mattone come protezione dagli agenti atmosferici.
Come la seconda fase della dinastia Ming ha costituito un rinascimento economico e culturale con la riapertura agli scambi con tutta l’Eurasia, così l’epoca attuale vede la Cina essere nuovamente piattaforma per le economie mondiali, sede di numerose industrie non native che espandono nei suoi territori le proprie divisioni. Tra queste è anche Schindler, fondata in Svizzera nel 1874 e approdata in Cina già nel 1980. In piena sintonia con le influenze internazionali Lyndon Neri e Rossana Hu si sono formati in Occidente. Neri è nato nelle Filippine e ha frequentato Harvard e Princeton, Hu è taiwanese e ha studiato a Princeton e Berkeley. Entrambi hanno collaborato con Michael Graves & Associates e con altri progettisti in nord America prima di aprire il proprio studio a Shanghai nel 2004.
Negli stessi anni di realizzazione di Schindler City Neri&Hu affrontano il tema della cinta laterizia in altri due lavori in Cina: The brick wall è un boutique hotel a Yangzhou protetto dal netto confine murario in mattone grigio ed è un progetto fortemente incentrato sui temi della valorizzazione del patrimonio rurale (Costruire in Laterizio n. 184/2020 si è occupato
di questo intervento); The Unifying Wall è invece un intervento residenziale e commerciale con una piastra a terra in laterizio rosso dalla doppia vocazione, d’essere connessione fra i volumi svettanti e contestualmente il loro basamento.
Anche nell’intervento di Shanghai i corsi dei mattoni e le fughe continue, salvo puntuali inversioni verso l’alto, accentuano la direzione principale dell’intero insediamento lungo disteso a sponda di una direttrice stradale. Le estese porzioni di pareti cieche vengono dissimulate da aggetti e figure geometriche definite sugli affacci mediante differenti modalità di posa dei mattoni. Per l’occasione sono stati impiegati oltre duemila mattoni di recupero, a memoria dell’architettura e dell’industria cinese degli ultimi cinque secoli. L’impegno massivo del mattone grigio reca anche un forte senso di familiarità percepibile alla vista e al tatto del materiale impiegato. I progettisti espressamente attuano scelte ispirate all’umanizzazione delle nuove fabbriche, estese a dimensioni tali da far parlare di una nuova città all’interno di Shanghai. Alla strategia generale partecipano anche la presenza in quota di parchi, di camminamenti, di vegetazione e arredo per le occasioni conviviali, di visuali aperte sulla città. La City è dotata di spazi di socializzazione per i fruitori esterni e per i circa ottocento lavoratori del centro ricerca e sviluppo, degli spazi di prova, degli uffici, dello showroom, della mensa, dell’auditorium.
Quest’architettura per Schindler punta alla sostenibilità: al reimpiego del mattone in muri di grande spessore per le importanti capacità inerziali si abbinano sistemi di riuso dell’acqua piovana e di riscaldamento e raffrescamento alimentati da geotermia; complessivamente valgono all’intervento il riconoscimento LEED Gold a fianco degli stabilimenti esistenti già LEED Silver.

 

Alberto Ferraresi,
Architetto, libero professionista


Scheda tecnica

 

Oggetto: The Unified City - Schindler City
Località: Jiading District, Shanghai, China
Committente: Schindler Group
Progetto architettonico: Neri&Hu Design and Research Office
Capo progetto:  Nellie Yang
Gruppo di progettazione: Lina Lee, Begona Sebastian, Herman Mao, Jinlin Lina Lee, Begona Sebastian, Herman Mao, Jinlin Zheng, Davide Signorato, Evan Chen, Kelvin Huang
Cronologia: progetto 2012-2016, realizzazione 2016-2020
Superficie: 32.400 m2
Fotografie: © Annika Feuss