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Regno Unito/Londra  
David Chipperfield

Hoxton Press, Colville estate

E' vero mattone di produzione artigianale quello delle facciate delle due torri residenziali di Chipperfield a Hackney, nell’East London. Lo spessore dei conci oltre alle dimensioni caratteristiche di facciata, conferma non trattarsi di listelli nonostante l’impiego dichiarato per rivestimento e non per struttura. Il laterizio è il solo materiale dell’esterno salvo gli infissi, e con continuità prosegue all’interno delle parti comuni alla vista seppur si tratti di terrazzamenti privati, e delle parti comuni ai condòmini al piano terra e nelle discese alle autorimesse.
In questo punto specialmente viene evocata la tecnica massiva romana, con le volte bloccate in chiave verso l’esterno e ricalate fino all’imposta sulle pareti centrali; le volte vengono ulteriormente impreziosite nella composizione a spirale in pianta, scendendo all’interrato, rassomigliando dall’esterno a un gambo centrale da cui si dipartono i primi petali del fiore. Altra lezione classica reinterpretata dalle rotondità adrianee, così capaci di armonizzare giaciture differenti e complesse, è quella incarnata dalle planimetrie dei piani non esattamente curve, ma esagonali: come dadi di fissaggi meccanici, le ghiere delle due torri ruotano stringendosi nel terreno, fino a bloccarsi con lati non complanari, ma convergenti o divergenti ad aprire scorci sulla city ovvero sui parchi.
Il mattone è fissato meccanicamente e non incollato, ma sostenuto oppure trattenuto da appositi raccordi speciali metallici ingegnerizzati da Thornton Tomasetti e collegati al telaio strutturale in calcestruzzo armato. Nei punti in cui la nervatura in calcestruzzo armato esce dalla sagoma del prisma di base il mattone la protegge ripercorrendo le sue geometrie, non senza lasciare gli opportuni spazi in centimetri per le coibentazioni, protese anch’esse oltre il limite degli ambienti riscaldati interni al fine di controllare i ponti termici in questi punti di facile penetrazione. Il ponte termico in corrispondenza delle caratteristiche balconate di tutti i piani fuori terra è gestito in corrispondenza della soletta con la realizzazione del giunto coibentato armato a interruzione del getto.
Nell’omogeneità, la varietà: le due torri non esattamente allineate differiscono anche per altezza e per colore, infatti l’una assomma venti piani contro i sedici dell’altra, la prima si tinge di mattoni grigio-bruni,
mentre la seconda di conci rossi. Il colore e il materiale entrambi applicati in modo esteso sono conferme per gli interventi di housing di Chipperfield.
A Londra anche i Jane Street Apartments puntano sulla monomatericità e sulla colorazione tipica delle argille cotte a cui allineano anche le contenute superfici tinteggiate; ma del resto pure in Villaverde a Madrid, in cui il materiale è altro, le nuances degli affacci richiamano quelle del paramento laterizio.
Il motivo in parte risiede nel contesto costruito e nella ricerca di legami armonici con esso, in parte è invece da ricercare nel senso di calore e famigliarità, di continuità con la memoria e con il sapere artigianale, ovvero del radicamento al suolo e al territorio di cui il mattone è simbolico vettore.
Se la selezione dell’unico materiale ci riconduce all’elegante riduzione degli elementi distintiva di alcune celebri realizzazioni dell’architetto, a quelle stesse pensando ritroviamo anche qui la propensione a realizzare architetture di percorsi visivi, come in negozi o in musei, in cui da un lato chi incede trova la solida sicurezza del materiale naturale, dall’altro gli si aprono ampie visuali ovvero ingressi calibrati di luce naturale in grado di guidare le persone e giocare con le superfici, ora facendole risplendere, ora graduandosi sulle rugosità. Infatti, arrivati al piano mediante le adduzioni centrali, gli inquilini entrano negli appartamenti e percepiscono luce naturale oltre gli ingressi; la seguono vedendola incrementare, fino a guadagnare le balconate panoramiche inquadranti il paesaggio della città storica o della sua rarefazione periferica.
Il progetto consegue a concorso volto alla riqualificazione residenziale delle periferie londinesi. Sono realizzati sei appartamenti per piano, ridotti a tre di maggiori dimensioni in sommità, per il totale di centonovantotto complessivi.
Lo sviluppo verticale interpreta contemporaneamente la vocazione urbana e la missione della conservazione del suolo da adibire a spazio pubblico e polmone verde per il quartiere.

 

Alberto Ferraresi,
Architetto, libero professionista


Scheda tecnica

 

Oggetto: Hoxton Press, Colville estate
Località: Hackney, east London
Committente: Anthology, The London Borough of Hackney
Progetto architettonico: David Chipperfield Architects London
Team di progettazione:  Alexander Hill, Graeme McQuaker, Peter Jurschitzka (Design lead), Dean Pike; with Mira Abad, Farrokh Aman, Francis Field, Clemens Gerritzen, Jochen Glemser, Tom Herre, Rory Hughes, Maude Orban, Alex Trainor, Manuel Julià Verdaguer
Progetto di ingegnerizzazione facciate: Thornton Tomasetti, Inc.
Progetto Strutturale: Aecom Infrastructure & Environment UK Ltd.
Superficie del lotto:

19.000 m2

Cronologia: concorso 2012, progetto 2013-2015; costruzione 2016-2018
Fotografie: Simon Menges