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Germania/Weil am Rhein  
Herzog & de Meuron

Vitra Schaudepot

l Vitra Campus di Weil am Rhein, cittadina tedesca posta a poca distanza dal fiume Reno che segna il confine con la Svizzera, ospita il quartier generale dell’azienda Vitra che produce mobili ed elementi di arredo. Il campus è stato realizzato a partire dal 1981, anno in cui un incendio distrusse l’impianto produttivo collocato nella vicina Basilea, e accoglie la produzione e l’esposizione di elementi di arredo di alcuni dei maggiori protagonisti dell’ultimo secolo nell’ambito del design.
Lo stesso campus è costituito da un campionario di architetture firmate da archistar emergenti e affermate: tra quest’ultime, l’ultima addizione è il Vitra Schaudepot di Herzog e de Meuron. La nuova struttura colma una lacuna importante: perché, il Museo del Design (1989) progettato da Frank O. Gehry, originariamente destinato ad accogliere la collezione permanente nel Vitra Campus, è da tempo utilizzato per le mostre temporanee. Il Schaudepot, traducibile in italiano come “deposito visitabile”, ospita una selezione di quasi cinquecento pezzi di design del mobile realizzati dal 1800 a oggi: tra gli scaffali si trovano opere di Alvar Aalto, Marcel Breuer, Joe Colombo, Charles e Ray Eames, Arne Jacobsen, Le Corbusier, Jean Prouvé, Gerrit Rietveld, Eero Saarinen e Philippe Starck, oltre che oggetti pop e recentissimi oggetti realizzati con stampanti 3D. L’esposizione è completata da piccole mostre temporanee. Dopo il VitraHaus (2010), il Schaudepot è il secondo edificio che gli architetti svizzeri realizzano al Campus Vitra.
La nuova struttura combina l’aspetto sobrio di un edificio industriale con i requisiti di un magazzino museale, riflettendo il valore culturale degli oggetti conservati al suo interno. 
L’edificio presenta, infatti, “un volume semplice come una chiesa antica”, come lo ha descritto Mateo Kries, Direttore del Museo, un volume compatto privo di finestrature terminato da un sottilissimo e profondo aggetto di gronda. Lo Schaudepot è formato da due piani, uno dei quali interrato. All’ingresso si accede da uno spazio rialzato, una sorta di sagrato che integra lo Schaudepot allo stabilimento produttivo (1992) di Alvaro Siza, anch’esso in laterizio faccia a vista, e alla Stazione dei pompieri (1993) di Zaha Hadid, che invece presenta il caratteristico, per le opere del Pritzker iracheno, calcestruzzo a vista. Al piano terra è situata la sala principale, caratterizzata da un’austera scaffalatura illuminata da tubi luminescenti fissati al soffitto, un’area espositiva di 1.600 m2 che ospita la mostra permanente nonché mostre temporanee legate alla collezione: la prima è organizzata in ordine cronologico, con gli oggetti allineati in modo informale su scaffali metallici simili a quelli di un magazzino. Completano il piano, la hall di ingresso, uno spazio per le esposizioni temporanee, un piccolo negozio e i locali di servizio (guardaroba, servizio igienico e locale tecnico). Il piano terra è direttamente collegato, mediante un’ala di collegamento, a un ex edificio produttivo, realizzato nel 1963 come officina e recuperato per l’occasione: la piccola struttura accoglie, al piano terra, la biblioteca, gli uffici e il laboratorio di restauro, quel Schaudepot lab che attraverso campioni di materiali, prodotti e documenti fornisce informazioni sui processi produttivi di alcuni tra i più importanti progetti di design. Al piano interrato sono ospitate delle sezioni espositive dedicate agli apparecchi illuminanti e una ricostruzione dello Studio di Charles e Ray Eames. 
Nel nuovo edificio, sempre al piano terra, la realizzazione di un’apertura rivela l’esistenza di un livello seminterrato accessibile da una scala interna. Al piano inferiore, al termine delle scale le due pareti presentano quattro grandi superfici vetrate attraverso le quali il visitatore può ammirare il magazzino che ospita gli oggetti non in mostra al piano superiore e quindi non direttamente fruibili. A pochi anni dall’inaugurazione dello stabilimento produttivo (2012) progettato da SANAA, il committente ha scelto di realizzare una struttura semplice, austera, plausibilmente coerente anche con la crisi economica in atto. La demolizione e ricostruzione dell’edificio con un volume analogo e un involucro in laterizio faccia a vista manifesta, infatti, la volontà di esprimere una poco pretestuosa espressione della funzione.

Adolfo Baratta
Professore Associato, Università degli Studi Roma Tre 


Scheda tecnica

 

Oggetto: Spazio espositivo e deposito del VitraSpazio espositivo e deposito del VitraDesign Museum
Località: Vitra Campus, Weil am Rhein (Germania)
Committente: Vitra GmbH
Progetto architettonio: Herzog & de Meuron
Team di progettazione: Ramboll UK, London, UK
Progetto strutturale: Ingenieurbüro Autenrieth
Progetto impiantistico: Klaus Schepperle VDE
Progetto interni: Dieter Thiel
Cronologia: 2013 (progetto); 2014-20162013 (progetto); 2014-2016(costruzione)
Superficie: 2.180 m2
Fotografie: © Vitra Design Museum, Mark© Vitra Design Museum, MarkNiedermann