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Italia/Milano  
Società Metropolitana Milanese

Cascina Triulza a Milano

La Fondazione Triulza, rete di organizzazioni del terzo settore, ha coordinato gli eventi della società civile a Expo 2015. Ha sede nell’omonima cascina costruita nel XIX secolo, compresa all’interno dell’immensa area del sito espositivo. Per conto del Comune di Milano, la società Expo 2015 ha completamente ristrutturato la cascina affinché fosse anche testimonianza della tradizione rurale lombarda; ed è uno dei pochi manufatti che rimarranno, dopo la dismissione delle costruzioni provvisorie dell’esposizione.

Il progetto di restauro del complesso, esteso su un’area di 7.900 m2, ha voluto mantenerne riconoscibile e valorizzarne l’originaria vocazione rurale, rinnovando alcuni elementi architettonici e decorativi.

I complessi rurali costituiscono l’ossatura di riconoscimento del territorio e del paesaggio della pianura lombarda, in relazione allo spazio, alle forme, ai materiali di cui sono composti; tanto che identificano un preciso tipo edilizio, che si rapporta a una tradizione costruttiva ricca di riferimenti classici e tecnologici.

L’attuale superficie costruita coperta comprende, attorno a un cortile, parti storiche, con funzione originariamente agricola, e altre di nuova realizzazione. 

Si è intervenuti sugli edifici esistenti, ripensandoli in funzione del cambiamento di destinazione, salvaguardando e valorizzando ciò che è rimasto dell’aspetto storico, paesaggistico e del carattere edilizio-rurale, in quei casi in cui, nel corso degli anni si era perso a causa di ristrutturazioni senza valore architettonico. Il progetto ha considerato come punto di partenza la corte centrale del fabbricato, elemento tipologico predominante e diffuso nei complessi agricoli lombardi e, nel caso di Cascina Triulza, elemento rintracciabile anche nella cartografia storica; la ha ricomposta percettivamente, confermando il profilo dei manufatti e demolendo le superfetazioni; ha mantenuto nelle loro forme e materiali i muri perimetrali e di spina degli edifici esistenti; ha integrato i nuovi corpi edilizi all’esistente, allineandoli morfologicamente e dimensionalmente, riprendendone le volumetrie, nelle altezze di colmo e di gronda. 

La scelta delle tecnologie, dei materiali da costruzione, dei colori degli edifici ha consentito di sottolineare gli obiettivi di sostenibilità e di recupero del concetto di «cultura materiale»; preservando le peculiarità originari, compatibilmente con le nuove esigenze strutturali, impiantistiche e di certificazione energetica.

I rifacimenti parziali e i consolidamenti delle murature preesistenti sono stati eseguiti in modo da non impoverire la qualità estetico-architettonica del complesso; riguardo alle intonacature, sono state utilizzate malte a base di calce, con «velature» di completamento successive e rinzaffo finale con sabbie sufficientemente grossolane, che riprendono gli effetti di tessitura degli antichi intonaci rurali. 

Sono state perfettamente eseguite nuove finiture a parete in mattone faccia a vista; in alcuni casi arricchite da particolari disposizioni di posa, che hanno creato suggestive tessiture «grigliate», ispirate alle superfici semitrasparenti degli antichi granai.

La sostenibilità è stata un requisito fondamentale della progettazione di tutto il sito di Expo 2015 e la Cascina Triulza rientra tra gli edifici certificati con il programma Leed (Leadership in Energy and Environmental Design), livello «silver» per l’edificio ex-Residenza.

I criteri di certificazione Leed sono stati ritenuti i più idonei a interpretare gli obiettivi perseguiti da Expo, perché basati su principi non esclusivamente energetici, ma sostenibili sotto molteplici punti di vista: collocazione del sito, riduzione dell’isola di calore, modalità di approvvigionamento dei materiali, gestione del cantiere di costruzione, ciclo di vita dei materiali e del prodotto costruito. Le superfici edificate sono suddivise in media su due piani, collegati all’interno con ascensori.

Nell’edificio ex-Residenza sono stati collocati gli spazi della Società Civile, con aree multifunzionali collettive e espositive suddivisibili.

Le falde di copertura in coppi sono state integrate da ampie pannellature fotovoltaiche, senza modificare profili e inclinazioni. Un secondo corpo, composto dall’ex-Granaio e dalla ricostituzione di una tettoia porticata, comprende ristorante, sala convegni e servizi. 

Sulla facciata sud, liberata dalla tettoia di epoca recente, è stata data visibilità ai marcapiani e alle piattabande delle finestre in mattoni; le coperture, molto compromesse, sono state rinnovate con nuove falde di coppi in laterizio e pannelli fotovoltaici o, in alcune fasce, finite a zinco titanio.

Infine il nucleo più antico del terzo corpo ex-Stalla ospita ora uno spazio espositivo multifunzionale su due piani, ove il piano terra ricalca la suddivisione originaria «a basilica», con tre spazi a sviluppo longitudinale permeabili tra loro. 

Il piano superiore, da cui ci si affaccia sulle zone laterali, costituisce un unico spazio con a vista i pilastri in mattoni e le capriate che sorreggono il grande tetto, la cui sagoma è stata leggermente modificata. La funzione strutturale delle travi di capriata in legno è stata trasferita a portali in acciaio a vista che appoggiano sui pilastri in mattoni di laterizio, enfatizzando la distinzione tra vecchio e nuovo.

Roberto Gamba
Architetto, libero professionista


Scheda tecnica

Oggetto: ristrutturazione di edifici rurali
Località: Milano, Sito Expo 2015
Proprietà: Arexpo Spa
Committente: Expo 2015 Spa per Comune di Milano
Progetto architettonico: Metropolitana Milanese Spa – Roberto Tornelli
Progetto esecutivo strutturale: Metropolitana Milanese Spa – Roberto Conta
Progetto esecutivo impianti: Metropolitana Milanese Spa – Massimo Guzzi
Impresa edile: Torelli Dottori Spa
Cronologia: 2012-2015
Superficie: 3837 m2
Fotografie: Marco Dapino

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