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Italia/Lamporecchio  
Lassi e Pisacreta Architetti

Recupero dell’ex Teatro Littorio

Paolo Conte cantava di un teatro «addormentato», scolpito al centro di un’agricola contrada, tanto qui nessuno si dispera…un teatro in mezzo al grano, come una bevanda sotto il sole... Parole con cui il cantautore descriveva l’abbandono del teatro di Asti e che per anni avrebbero potuto essere riferite anche al Teatro di Lamporecchio, una volta vivace palcoscenico dove (sempre per citare Conte) si sguainavano parole; poi, avvilito dai tempi moderni, divenuto caserma e successivamente abbandonato. 

Lo studio di progettisti incaricati del recupero, di fronte alle vigenti disposizioni normative in materia di adeguamento strutturale, impiantistico, antincendio, ha saputo interpretare con estrema sensibilità il tema della valorizzazione dell’architettura storica senza snaturarne lo spirito originario: l’obiettivo dell’intervento è stato riconsegnare a un pieno utilizzo l’edificio, sfruttandone le potenzialità come polo di aggregazione sociale e promozione culturale a scala sovra-comunale. Il complesso è caratterizzato da due corpi di fabbrica: quello originario di stampo classicista, realizzato nel 1929, e quello minore risalente al dopoguerra, addossato al fianco del teatro, utilizzato come magazzino e palestra.

Il progetto di recupero ha avuto un duplice approccio: un restauro maggiormente conservativo e di adeguamento normativo per il corpo principale, destinato a luogo di spettacolo (cinema – teatro); un intervento decisamente più libero da vincoli nel corpo minore, destinato a nuova sede della Biblioteca Comunale. Da un punto di vista funzionale, il piano terra ospita la platea del teatro, i locali di servizio annessi (spogliatoi, servizi igienici) -ricavati nel corpo minore- e l’accesso alla biblioteca; al piano primo, per via delle disposizioni sulle compartimentazioni antincendio, gli ambienti originariamente collegati con i corridoi dei palchi di primo ordine sono stati tamponati sul lato del teatro e annessi alla biblioteca come sale di lettura.

A livello strutturale, le opere si sono limitate nel corpo principale al consolidamento di alcuni solai, al risanamento del sottofondo della platea, al restauro della copertura con inserimento di una guaina impermeabilizzante e pulitura del manto in cotto; la fabbrica minore è stata invece interamente svuotata per ricostruire i solai con portanza adeguata alla nuova destinazione d’uso di biblioteca. Per garantire una chiara interpretazione filologica delle volumetrie e un’esplicita distinzione tra corpo di fabbrica principale e secondario, è stata realizzata una «cesura» tra biblioteca e teatro, rendendo quest’ultimo riconoscibile come nucleo originario: la parete laterale del teatro è infatti stata riportata alla luce tramite apposito restauro con interventi di micro-sabbiatura, reintegro delle parti lacunose, inserimento di nuove bucature allo scopo di agevolare l’ingresso della luce naturale. 

Una scala leggera in ferro, addossata su tale lato del teatro e sormontata da un lucernario, che conduce al primo piano della biblioteca, rimarca nettamente l’interruzione visiva tra i due fabbricati e le relative destinazioni funzionali.

Il laterizio è il materiale «principe» che ha dettato la cifra del progetto di restauro e dell’intervento ex novo. 

Tutte le murature originali in laterizio sono state accuratamente restaurate attraverso l’asportazione del degrado con processo di lavaggio con idropulitrici a pressione moderata e trattamento finale idrofobizzante.

Per segnalare l’annesso minore, non particolarmente qualificato, i progettisti hanno poi optato per un rivestimento esterno costituito da una parete ventilata con lamelle in «cotto», a sezione leggermente bombata e montate su intelaiatura metallica, caratterizzate da un impasto in armonia con le tonalità del mattone del paramento murario del teatro. 

L’ interasse di montaggio delle lamelle è variabile: più fitto in corrispondenza del fronte d’ ingresso e degli spigoli del fabbricato e più rado sul lato lungo, in modo da lasciare intravedere l’effetto «a scacchiera» delle bucature retrostanti. 

Particolare attenzione è stata infine rivolta alle scelte di dettaglio di finiture e arredi. Le scelte cromatiche delle tinteggiature parietali, dei tendaggi e delle poltroncine, la ripresa e integrazione dell’apparato decorativo in stucco suggeriscono l’atmosfera calda e accogliente di un teatro «d’epoca». Nella biblioteca si è prescelto invece un linguaggio più contemporaneo con arredi e pavimenti di fattura industriale. 

Un’opera di restauro raffinata, profondamente attenta ai valori materici dell’architettura storica ma anche in grado di affrancarsi dagli spesso ingiustificatamente abusati approcci mimetici «in stile», dove il linguaggio contemporaneo, efficacemente dichiarato dalla vibrante parete ventilata in cotto, dialoga equilibratamente con la memoria del passato. 

Chiara Testoni
Architetto, PhD


Scheda tecnica

Oggetto: Recupero dell’ex Teatro Littorio di Lamporecchio
Località: Lamporecchio (Pistoia)
Committente: Comune di Lamporecchio (Pistoia)
Progetto architettonico: Alessandro Lassi e Giuseppe Pisacreta, con Maurizio De Vita
Progetto strutturale: Antonio Cinelli – C.M.T. associati
Impresa edile: Cooperativa Muratori Sterratori & Affini – Montecatini Terme
Cronologia: 2003 (progetto esecutivo); 2006 (completamento lavori); 2007 (inaugurazione)
Dimensioni: superficie coperta 740 m2; volume complessivo 6.860 m3
Fotografie: P. Nucci, Lassi e Pisacreta

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