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Italia/Casalgrande  
Kengo Kuma & Associates

Old House a Casalgrande Reggio Emilia

In gran parte del territorio che si estende tra colli e pianura padana il laterizio è stato per secoli protagonista indiscusso dell’architettura rurale, subordinando a sé la presenza di elementi lapidei, nonché gli altri materiali quali legno e ferro, funzionali alla costruzione dei complessi edificati. Le modalità costruttive e le tecnologie impiegate per gli insediamenti colonici erano risposta sapiente alle limitazioni logistiche e alle condizioni climatiche caratterizzate da forti escursioni termiche tra estate e inverno, frequenti precipitazioni e presenza di umidità. Da ciò l’uso del mattone – il territorio padano è caratterizzato dalla presenza di argilla – in murature di forte spessore a protezione dal caldo e dal freddo ed estesi manti di copertura in coppi posti su falde di discreta pendenza. I volumi degli edifici si presentavano chiusi quanto possibile verso l’esterno – per risparmio energetico e difesa – con gelosie grigliate in laterizio per selezionate aperture, intonaco steso sulle superfici per protezione e, per le murature compenetrate da pietra locale, le sezioni erano intervallate da rigorosi ricorsi di filari in laterizio. Con l’avvento dell’industrializzazione il territorio è rimasto segnato da profonde lacerazioni e molti degli insediamenti rurali si sono ritrovati inseriti in centri produttivi. 

Proprio il rispetto della cultura architettonica regionale e l’armonizzazione nello spazio costruito di un complesso industriale, sono stati i caposaldi del progetto di restauro e intervento architettonico seguito da Kengo Kuma per un casale rurale presso Casalgrande, lungo l’arteria che conduce a Reggio Emilia. Denominata Old House, l’opera, finalizzata ad accogliere un centro culturale, archivio documentale e spazio per accogliere eventi, sorge in contiguità con la Casalgrande Ceramic Cloud, intervento di landmark territoriale, già realizzata da Kuma per la rotonda stradale prossima all’insediamento e che segna elegantemente la vocazione produttiva del distretto ceramico reggiano. La Old House, concepita con la consueta sensibilità del maestro giapponese, è esternamente ricondotta – compatibilmente con lo stato di degrado originario – alla sua immagine di silente casa colonica. Pochi indizi lasciano intuire al suo interno la presenza di un gioiello architettonico, curato con morbidezza nei dettagli, tra piani, affacci a doppia altezza, arredi fissi, elementi quasi scultorei progettati quali pezzi unici. Il maestro giapponese non dichiara manifestamente nelle forme esteriori la propria presenza, lasciando ai materiali e alla qualità originaria del costruito, la possibilità di riemergere.  La scatola architettonica si pone quindi come punto di osservazione sul paesaggio intorno e scrigno dell’architettura al suo interno.

Vengono così preservate le dimensioni delle aperture, portati a vista minuti elementi laterizi rispetto a un intonaco omogeneamente stesso sulla facciata, conservati gli elementi traforati in laterizio collocati nelle aperture poste lungo l’asse di simmetria verticale del volume architettonico. Porzioni di muratura in cattivo stato di conservazione, in particolare nelle parti alte in prossimità della copertura, sono state ricostruite con blocchi forati in laterizio, per sostenere il sistema del tetto efficacemente ricostruito in travi a carpenteria lignea e coppi in laterizio.

Con continuità razionale tra le parti di recupero e quelle di ricostruzione, l’intervento sul contenitore si colloca in moderata armonia tra il rispetto della tipicità padana e la sua riproposizione in chiave di lettura contemporanea, esente tuttavia da manierismi e quasi atemporale.

L’attenzione da sempre riservata dal progettista per la qualità dei materiali, si ritrova nel rapporto tra le preesistenze, le possenti murature piene in laterizio, che tornano a vista negli interni, e il ruolo del rivestimento in lastre ceramiche adottato come involucro leggero, lineare, per alcune superfici e al contempo come materiale d’arredo, nel progetto d’interni.

Dove i paramenti murari non sono intonacati, il laterizio funge da scenario dell’intervento. Al piano terra lascia emergere chiaramente la primitiva funzione di scuderia con continuità tra le superfici verticali e il solaio originario, in voltine di mattoni posti in piano; mentre nei piani superiori, ove sono più frequenti le ricostruzioni murarie funzionali al sostegno dei nuovi solai, le superfici sono puntualmente rivestite.  La congruità con le preesistenze è orchestrata tra superfici e piani sovrapposti, trasparenze e opacità di vetro e trame metalliche, con la leggerezza e sottigliezza del materiale ceramico posta a evidenziare ancor più lo spessore del contenitore originario recuperato a nuova vita.

Veronica Dal Buono
Ricercatrice, Dipartimento di Architettura di Ferrara


Scheda tecnica

Oggetto: Restauro statico e funzionale, allestimento d’interni
Località: Casalgrande (Reggio Emilia)
Committente: Casalgrande Padana Spa
Progetto architettonico: Kengo Kuma & Associates
Progetto strutturale: Mauro Filippini (Casalgrande Padana), Angelo Siligardi, Enrico Rombi, Alberto Zen (C.C. Prog.)
Collaboratori: Kengo Kuma, Javier Villar Ruiz, Ryuya Umezawa
Cronologia: settembre 2009-agosto 2011
Superficie: 572 m2; giardino 480 m2
Fotografie: Marco Introini

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