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Portogallo/Montemor  
Manuel e Francisco Aires Mateus

Casa No Tempo a Montemor

Nell’opera dei fratelli Mateus si legge «il desiderio di trasformare lo spazio in cosa concreta; il vuoto diviene materia prima dell’architettura»1. Con queste parole Gonçalo Byrne, descrive un dato primario della poetica costruttiva di Manuel e Francisco Aires Mateus, suoi allievi che dal 1988 lavorano autonomamente, riuniti in uno studio associato. Il talento e la formazione nell’ambiente della cultura architettonica portoghese contemporanea, contrassegnata da importanti personalità come quella dello stesso Byrne, di Alvaro Siza e Fernando Tàvora, hanno consentito ai due architetti di Lisbona di elaborare uno stile riconoscibile, frutto di un’incessante ricerca condotta appunto sulla concretizzazione dello spazio, che si tramuta in entità autonoma e quasi tangibile, e pariteticamente sull’astrazione della materia, che viene sintetizzata fino alla sua essenza costitutiva e geometrica.

Le opere dei Mateus sono caratterizzate da forme scultoree che si stagliano pure e conchiuse in se stesse, accessibili soltanto attraverso rare aperture, nette ed essenziali. Il principio generatore di tali edifici è quello della continuità di superficie, di una piena omogeneità di tessiture materiche che si estendono piatte o si ripiegano a creare corpi solidi, chiaramente leggibili come volumi di accentuata tridimensionalità. La spazialità interna è complessa e seduttiva, ed è qualificata da molteplici fonti di luce. 

Con evidenza il linguaggio degli architetti si esprime coerentemente a ogni realizzazione, frutto di un rigoroso processo di perfezionamento, prolungato nel tempo e condotto a tutte le scale di intervento. In particolare le residenze monofamiliari, realizzate a partire dal 1998, sono un fertile laboratorio sperimentale di riduzione formale e articolazione spaziale, che ben presto è divenuto simbolo di una poetica del tutto originale2.

Ciò è riconfermato dalla recente Casa No Tempo che sorge nelle campagne attorno a Montemor, in Portogallo. L’intervento comprende in realtà tre strutture complementari. Un’abitazione esistente è stata restaurata e si presenta oggi come un basso parallelepipedo, con pareti bianche intonacate e tetto a due spioventi. Il suo laconico volume è scavato in modo estremamente circoscritto per dare spazio a un atrio voltato a botte e a poche porte-finestra che si aprono su scorci del paesaggio di particolare bellezza. Una piscina è stata disegnata come una grande aia in parte sommersa dall’acqua a ricordare una spiaggia lambita da un mare calmo. Un terzo elemento infine è in corso di realizzazione: si tratta di un orto-giardino di un ettaro di estensione, progettato come un labirinto in cui i visitatori incontreranno fiori e frutti in un mosaico di variegate esperienze sensoriali.

L’intonaco bianco ricopre anche le pareti interne e dialoga con un pavimento totalizzante, realizzato in moduli quadrati di laterizio fatto a mano, posati a correre con fughe aperte. I giunti sono stuccati soltanto nei bagni, in prossimità delle docce; in questi ambienti gli stessi moduli sono realizzati in ceramica e rivestono le pareti. 

Il sistema di riscaldamento è integrato nel pavimento. L’arredamento è costituito da pochi semplici mobili, candidi o in legno naturale, accostati ad alcuni pezzi d’epoca, tra cui spiccano grandi e sontuose specchiere non più appese ai muri ma appoggiate a terra.

Con queste scelte, essenziali e pregnanti, gli Aires Mateus rinnovano la loro visione minimalista dell’architettura d’interni che prende le distanze dalla rigidità volutamente fredda e ripetitiva di Donald Judd, o anche dall’ascetica perfezione di John Pawson, per ritrovare la sensualità primaria delle modulazioni plastiche e delle vibrazione chiaroscurali attivate dai materiali tradizionali, con le loro minime variazioni bene esemplificate in questo caso dalle stesure laterizie, lievemente increspate in superficie e segnate in filigrana dall’incisivo reticolo dei giunti.

Davide Turrini
Ricercatore in Disegno Industriale, Università degli Studi di Ferrara


Scheda tecnica

Oggetto: Casa No Tempo
Località: Montemor, Portogallo
Committente: João Rodrigues
Progetto architettonico: Manuel e Francisco Aires Mateus
Collaboratori: Maria Rebelo Pinto, Matilde Girão, Luz Jiménez
Impresa edile: Cenário Perfeito
Cronologia: 2010-2014
Superficie: 1735 m2
Fotografie: Nelson Garrido

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