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Camillo Botticini e Matteo Facchinelli - ARW

Laterizi per abitazioni contemporanee

ARW è un laboratorio di ricerca nato nel 2016 che trasforma ogni specifica occasione in una riflessione e in un’affermazione sulle ragioni e sul senso dell’architettura. Sotto la guida dei due architetti e soci fondatori Camillo Botticini e Matteo Facchinelli propone la volontà di trasformare in una architettura significativa ogni particolare occasione di realizzazione di un progetto, visto in un’ottica site-specific con proposte che coinvolgano tutte le scale di intervento, da quella urbana a quella architettonica

 

 

Il laterizio e l’architettura in elevazione. La storia dell’architettura italiana, particolarmente nell’ambito della residenza collettiva ha prodotto molti esempi di grande qualità. Ritenete che il binomio sia ancora possibile e attuale?

Riteniamo il laterizio un materiale determinate per caratterizzare qualitativamente un’architettura in termini di espressività delle superfici e durata nel tempo. Ci sono molti modi per caratterizzare l’uso del laterizio come materiale contemporaneo. Crediamo che il laterizio possa costituire sia dal punto di vista della materia che compone la muratura, che come paramento, uno strumento progettuale che garantisca durata, ridotta manutenzione e qualità naturalmente decorativa. Credo che progetti come il Kolumba Museum di Zumthor abbiano rilanciato nell’immaginario dei progettisti l’utilizzo per esempio del laterizio allungato che oggi anche molti produttori italiani hanno iniziato a proporre mostrando come il paramento murario possa essere determinante nel caratterizzare un’architettura.
É certamente una scelta poetica che sposta il carattere di un edificio su un piano sospeso tra il presente, e il passato nella ricerca di valori permanenti a cui l’architettura in alcune linee di ricerca, tra cui la nostra, tende. Con Juan Navarro Baldeweg abbiamo lavorato nel recupero e nella collocazione della “Vittoria Alata”, forse la più importane statua bronzea di epoca romana, disposta nella terza cella del tempio Capitolino di Brescia. Qui le pareti sono state rivestite con un cotto di recupero che abbiamo tagliato in sezioni sottili, usandole come un paramento per ragioni di resistenza sismica. L’esito è stato straordinario per l’intensità e la vibrazione della materia che dialoga direttamente con la romanità del contenuto e l’architettura del contenitore.

Ci potreste dare eventuali indicazioni di architetture, laterizie e residenziali, storiche o attuali, che possano costituire per voi un riferimento?

Oltre al citato Zumthor certamente penso al lavoro di Moneo nel progetto di Merida per la capacità di evocare il mondo e la tecnica costruttiva romana, ma anche Guido Canali chemi ha insegnato a usare il semplice mattone in laterizio con la malta idraulica stilata a raso dello stesso colore del laterizio rendendolo un piano astratto. Per contro architetti come Lewerentz nella chiesa di San Pietro a Klippanci hanno mostrato come il rapporto tra malta e mattone possa esasperare il contrasto tra le due componenti murarie rendendola texture molto evidente. Da loro come da Wright, che spesso utilizzava l’orizzontalità dei corsi non complanari alternati per esprimere una forte tensione orizzontale, abbiamo compreso come la muratura non sia un elemento neutro ma un preciso modo di disporre la materia strettamente connesso all’idea di architettura che si vuole realizzare.

Molti vostri recenti progetti residenziali propongono il laterizio a vista, e magaripensano al laterizio anche per i sistemi costruttiviche rimangono occultati; penso peresempio ai lavori di Crescenzago e Curno.Vi chiedo una breve descrizione di ciascunoe come il laterizio partecipa al raggiungimentodegli obiettivi primari di ognuno diquesti progetti.

In molti interventi vi sono esigenze di economia. Il laterizio alleggerito in pasta con caratteristiche termiche isolanti abbinato al listello di cotto come finitura, stilato con malta a raso dello stesso colore, unisce economicità costruttiva, rapidità realizzativa e una parete di grande qualità. Per noi è un elemento distintivo che applichiamo anche a progetti di social housing con l’obiettivo di avere una ridotta manutenzione nel tempo. Nel progetto vinto a Crescenzago di reinventing cities, a protezione esterna, cercando un materiale che garantisca una minima manutenzione e una eccellente caratterizzazione estetica anche in coerenza con la tradizione “milanese” abbiamo optato per un laterizio ultra cotto con finitura esterna color bruno scuro e altri di color nocciola chiaro. Per la proposta del progetto di Curno l’edificato di tre piani di laterizio color rosso mattone è concluso da una “corona” in rivestimento metallico dove gli appartamenti presentano logge aperte e grandi terrazze verdi. Si definisce un interno urbano e al tempo stesso un micro-ambiente naturale con un bacino di fitodepurazione delle acque.

Architettura contemporanea in laterizio ed efficienza energetica. Può il materiale laterizio rivelarsi strumento progettualmente utile alle sfide di carattere energetico a cui sono sottoposti oggi gli edifici, alle diverse latitudini del nostro territorio nazionale?

Sì, come dicevamo usandolo senza il troppo diffuso“cappotto” è un elemento perfetto che conferiscemassa e inerzia termica senza usare materialiderivati dal petrolio.

Parlando di cappotto normalmente ci si riferisce all’involucro perimetrale. Riguardo le coperture, in cui anche il laterizio costituisce il materiale del manto dei tetti di tuttii nostri centri storici (e non solo), quali possibilità contemporaneevedete per questo materiale?

Nel progetto per un piccolo borgo chestiamo sviluppando nelle Marche impieghiamo direttamente il mattone, che continua senza gronde sulla copertura innestandola raccolta delle acque con un taglio parallelo e vicino al lato dove avviene il cambio dipendenza. Questa soluzione ci consente di avere un’architettura che matericamente e cromaticamente dialoghi con il contesto senza “tradire” la contemporaneità dell’intervento.

Il laterizio è un materiale da sempre moltopresente nelle vostre proposte. Guardandoal vostro percorso professionale e alle architettureche lo hanno punteggiato, trovateche sia cambiato il vostro approccio aquesto materiale?

Oggi l’offerta è molto più ampia. Vi sono listelli e mattoni di formati diversi e con colorazioni variate che consentono di caratterizzare le superfici in modo nuovo e antico allo stesso tempo: una qualità intrinseca al laterizio e che è obiettivo anche della nostra architettura.

Oltre alla libera professione, svolgete anche attività di insegnamento universitario; nelle occasioni accademiche avete preso parte agli studi di "Per una nuova casa italiana". Quali sono i migliori spunti che ne stanno emergendo, particolarmente nella direzione della sostenibilità e dell’efficienza dei nuovi edifici?

Oggi l’attenzione alla sostenibilità è sempre più un valore condiviso. Credo che sia nella scelta dei materiali, che nelle strategie espositive dei fronti, che di ventilazione naturale, come nell’uso di fonti rinnovabili, sia cambiato l’approccio dei progettisti.

L’università, per vostra esperienza, procede in questa direzione nelle attività didattiche?
Credo di poter dire di sì. Oggi anche l’accademia ha cambiato direzione laddove vi sono corsi che propongono competenze integrate, anche se non è una condizione generalizzata. Dobbiamo dire che gli aspetti tecnologici della sostenibilità, pur essendo determinanti, riteniamo vadano subordinati a qualcosa che “viene prima”, e che è la sostenibilità insediativa dell’intervento. Vedere il rispetto di protocolli di sostenibilità con volumetrie incongrue o progetti incapaci di dialogare e/o costruire contesti è puro greenwashing.

Al momento dell’applicazione reale, o al momento della realizzazione in cui ci si confronta con la filiera dell’edilizia e le realtà commerciali del mercato, trovate ostacoli al perseguimento delle finalità di sostenibilità e rispetto ambientale a cui stiamo mirando?

Esiste un limite fondamentale che è legato al costo delle componenti. Se i materiali “sostenibili” possono essere competitivi economicamente con gli altri che non lo sono, i problemi non esistono.
In caso contrario è difficile, salvo scelte radicali imposte dal progettista, la cui forza contrattuale non sempre è vincente soprattutto laddove è l’impresa a guidare le scelte.

Alberto Ferraresi
Architetto, libero professionista