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Italia/Parma  
Paolo Zermani, Eugenio Tessoni

Casa di abitazione sulla Via Francigena

L'intervento consiste in una nuova costruzione abitativa che si aggiunge, valorizzandola, a un’esistente tipica casa torre eretta, come altre, nelle ondulazioni collinari del territorio che digrada, a lato del fiume Taro, dalle colline alla pianura parmense.
La localizzazione fa riferimento alla via Francigena, un fascio di percorsi detti anche vie romee, che dai paesi europei, per cinque secoli dal secondo Medioevo al Rinascimento, hanno condotto pellegrini e crociati fino a Roma, o addirittura verso la Puglia e gli imbarchi per la Terra Santa. Germino Vecchio è la denominazione della casa torre qui restaurata ed è uno dei migliori esempi di una tipologia, compresa nel complesso sistema di organizzazione difensiva, affermatosi nel XVII – XVIII secolo.
Le proprietà erano della famiglia Pallavicino, tra le maggiori e più antiche casate feudali dell’Italia Settentrionale, che dal 1400 costituirono con il proprio nome uno Stato indipendente nel territorio di Cremona, Parma e Piacenza.
Il manufatto è di pianta precisamente quadrata, con piano rialzato accessibile da una semplice rampa esterna a nove gradini.
È interamente costituito da mattoni di cotto e all’interno dispone di un singolo ambiente sui vari livelli. All’esterno l’uniformità delle quattro facciate è caratterizzata dalle sole cinque ridotte aperture e dalle pregevoli finiture in cotto del cornicione; elementi tutti che rivelano il suo originario utilizzo come semplice deposito o ricovero di classica eleganza, in mezzo ai campi coltivati.
L’architettura e le tecniche qui adottate da Paolo Zermani - disponendosi e conformandosi quindi, in primo luogo, al rispetto dei caratteri originali della torre che è stata liberata da addizioni improprie e superfetazioni - propongono una nuova essenziale costruzione che si attesta su un poggio, a lato della strada, a dominare una variata estensione di terreni e radure boschive.
È dunque un concepire l’opera non come banale imitazione del Palladio e delle sue ville, ma come esempio capace di determinare quelli che si ritengono per l’attualità i criteri più opportuni per un corretto inserimento dell’architettura nell’ambiente.
L’obiettivo perseguito dal cantiere costruttivo, per il recupero e l’attualizzazione di un’esemplare costruzione del passato, non impone infatti un’ulteriore compromissione del paesaggio, ma con le forme che si affiancano armonicamente all’esistente sancisce lo sviluppo di un nucleo insediativo disperso nel territorio, confermando con l’utilizzo dei laterizi il valore di uno dei più tradizionali e eleganti materiali da costruzione. Il criterio progettuale adottato rivela inoltre la duplice attenzione che è stata riservata alla prefigurazione della qualità abitativa, con la definizione di corpi di fabbrica aperti a un mondo naturale da contemplare e di spazi circoscritti, concepiti per delimitare ambiti privati e protetti.
La composizione mette dunque a confronto la forma turrita storica e l’edificazione orizzontale a copertura piana dell’ampliamento.
Il nucleo abitativo di nuova progettazione ruota intorno al fulcro costituito dalla torre stessa, resa con il restauro nuovamente accessibile e riconoscibile nella sua identità tipologica.
Costituito da una pianta a L, il nuovo corpo tiene conto dell’acclività paesaggistica e si dispone aderendo alle diverse quote della conformazione altimetrica naturale della collina, offrendo al nucleo preesistente visibilità e rilievo e una piena centralità compositiva.
Si definisce di conseguenza una piazzetta interna gradonata, tra la torre e l’addizione contemporanea, spazio su cui si affaccia il bronzeo corpo scolpito di un angelo acefalo, apprezzabile opera del franco-polacco Igor Mitoraj.
In mattoni è anche il muro di cinta che completa la definizione del perimetro insediativo e contribuisce all’articolazione compositiva, costituita da corpi basamentali, ambienti coperti e spazi aperti.

Roberto Gamba,
Libero professionista


Scheda tecnica

 

Oggetto: Casa di abitazione
Località: Noceto (Parma), via Gabbiano
Progetto architettonico: Paolo Zermani, Eugenio Tessoni (Studio di Architettura
Zermani Associati)
Collaboratore: Rocio Fernandez Lorca
Cronologia: 2010-2014 (progettazione), 2014-2016 (costruzione)
Fotografie: Mauro Davoli