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Paesi Bassi/Heemskerk  
Marlies Rohmer Architecture & Urbanism

Texture a losanghe

Il comune di Heemskerk nel 2014 ha promosso la riqualificazione di un edificio residenziale degli anni sessanta e la sua riconversione in centro di riabilitazione per bambini e giovani con disabilità. In tre anni dal progetto all’inaugurazione, lo studio di architettura e urbanistica di Marlies Rohmer ha dato vita a un robusto blocco in muratura di 12.000 m2 di servizi a misura di bambino.

Il centro giovanile Heliomare è l’esito di un progettare focalizzato sul benessere dei suoi utilizzatori, sulla connessione delle necessità private con i desideri di una comunità e, non ultimo, sulla ricerca di una bellezza sintetica, espressione di equilibrio tra i materiali della costruzione e il paesaggio tutto intorno.
Marlies Rohmer e il suo team di oltre 20 architetti e urbanisti ha ideato un’architettura dalle superfici a losanghe di laterizio di colore scuro lievemente in bassorilievo rispetto al restante rivestimento in laterizio dai toni giallo chiaro. Al piede dell’edificio rivolto a nord, le parti opache predominano su quelle trasparenti e la texture di colore marrone scuro predomina sulle campiture chiare. Questa parte dell’edificato contiene il centro sportivo, articolato in quattro palestre e una piscina. Grandi finestre tonde irrompono a diverse altezze e con diverse dimensioni, per spezzare il ritmo delle losanghe e la rigida stereometria dell’intero edificato. Talvolta le giganti aperture toccano il terreno e diventano varchi semicircolari di connessione tra interno ed esterno. Talvolta la linea curva del semicerchio si attesta in sommità e descrive l’assenza di materia sulla facciata in laterizio. Grazie a questo vuoto, la luce naturale penetra oltre la cortina edilizia proprio in corrispondenza di un’area verde intermedia tra il centro sportivo a nord e il centro educativo e ricreativo rivolto a sud. Il centro ha un sistema distributivo interno semplice, che facilita l’utilizzabilità da parte dei suoi giovani utenti. La luce penetra ovunque attraverso i tre lati a est, sud e ovest, mentre il motivo a losanghe che qui è presente solo in sommità, riporta armonia all’insieme. La luce naturale è opportunamente filtrata da due elementi architettonici: una tettoia metallica sporgente due metri dalle vetrate del piano terra e un nastro di brise-soleil verticali, sempre metallici, di protezione delle finestre del piano superiore.
Tali elementi dalle superfici lisce e scintillanti sui toni del bronzo contrastano con la mano ruvida dei mattoni che la Rohmer pone al piede dell’edificio, proprio con l’intenzione di attivare un’esperienza tattile con la tessitura tridimensionale dei muri a ridosso delle aree per le attività motorie. Intervistata da Veronica Dal Buono nel numero 139 della rivista, la Rohmer ha rivelato la dedizione allo sviluppo di una professionalità a tutto tondo, capace di coprire le molteplici scale del progetto. Dalla scelta del laterizio - uno dei suoi materiali preferiti - fino alla cura dei dettagli, l’attenzione è centrata su chi utilizzerà i suoi spazi. Losanga, prima ancora di significare una geometria, in celtico antico indicava lo scudo a forma romboidale riservato alle donne. In questa architettura dalla texture sfumata, la Rohmer ha sprigionato tutta la sua cifra stilistica e la capacità di prendersi cura di un luogo e di trasformarlo in uno scudo protettivo giocoso che, come un caldo maglione a losanghe, emana una forza avvolgente di benessere e di accoglienza sensibile.

Alessandra Zanelli 
Professore Ordinario, Dipartimento ABC Architettura, Ingegneria della Costruzioni e Ambiente Costruito, Politecnico di Milano

 

 

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