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Italia/Como  
ifdesign

Laboratori e Centro socio-educativo per persone con disabilità

Le periferie italiane, specialmente se di recente formazione, sono frequentemente aree esclusive per l’artigianato o l’industria, distretti funzionali allo stoccaggio ovvero alla trasformazione e al trasporto di merci; sono aree caratterizzate da traffico pesante e attive negli orari specifici della produzione e del lavoro. Sono per questo zone urbane estranianti e talvolta disumanizzate nel senso della loro stretta necessità unicamente lavorativa che fa convergere o divergere i vari operatori al ritmo delle macchine, limitando il costruito a scatole contenitive indifferenziate.
All’interno di questo scenario la presenza di architettura di qualità è rara quanto preziosa poiché può precorrere e guidare la trasformazione, facendo germogliare altre esperienze migliorative nel contesto. Quando poi la qualità non è solo nell’architettura intesa come costruzione ed elemento tecnico, ma anche come teatro per la vita dell’uomo allora la ricaduta positiva può essere molteplice sulle persone che vivono l’area.
La progressiva costruzione dei volumi del centro educativo negli anni ha determinato il cortile interno, non chiuso, ma protetto dall’esterno, come un patio privato su cui affacciano tutti gli spazi costruiti comprendendo anche la mensa-ristorante e il salone polifunzionale; la forma complessiva dell’architettura cinge il cuore del lotto e anche considerati singolarmente, i volumi costitutivi con i loro punti nodali determinano un abbraccio verso chi si avvicina, con spazi accoglienti e convergenti verso le entrate. Varcate le soglie gli ambienti principali sono del tutto liberi e senza ostacoli nel campo visivo, illuminati dai fronti e dall’alto secondo le giaciture delle falde, senza limitazioni fisiche all’attraversamento e nemmeno all’utilizzo, materializzando nel costruito il modo in cui in generale il centro si pone nell’accettazione degli ospiti.
All’interno di questo centro anche si svolgono specifici lavori e si producono oggetti artigianali al pari di quanto avviene in alcune delle realtà confinanti; per gli ospiti al massimo grado si tratta di momenti di vita vera in cui trovare realizzazione di sé, come forma di autodeterminazione e di avviamento a un percorso d’autonomia.
La sincerità del contenuto si rispecchia nella sincerità delle forme e nell’immediatezza delle tecnologie costruttive e dei materiali impiegati. Sono questi molteplici, assemblati secondo i dettami della prefabbricazione o della semi-prefabbricazione, proposti in modi essenziali. Questo atteggiamento, parzialmente dovuto al consueto motivo del contenimento dei costi, corrisponde ancora una volta alla trasposizione al progetto di un credo proprio dello spazio progettato: quello di fare dell’apparente debolezza la caratteristica e il punto di forza da esibire senza filtri.
Al pari degli altri materiali presenti, il laterizio è mostrato quasi nella sua essenza, sotto la forma degli elementi basici della semi-prefabbricazione tradizionale, quali fondelli per travetti di solai laterocementizi, pignatte e blocchi alleggeriti per murature vocate alla forte inerzia termica. Tutti i materiali, compresi i laterizi, sono impiegati senza fronzoli, esibiti in modo diretto, accettandone di ciascuno la propria natura come caratteristica. L’intento è ancora una volta anche educativo, con il plus di riuscire a introdurre naturalmente un senso e un’atmosfera domestici agli spazi interni.
L’unica finitura concessa in esterno e in interno agli elementi laterizi è la smaltatura, ai cui minimi spessori si demandano le capacità di protezione specialmente dagli agenti atmosferici.
Al colore dei materiali ci si affida per costruire senso di identità e di appartenenza al luogo, ma anche senso d’orientamento fra le aree diverse: vengono dunque distinti cromaticamente alcuni laboratori interni specialmente nelle porzioni laterizie lasciate a vista.
Il lavoro di ifdesign dedicato a questo progetto prosegue alcune ricerche dello studio già riconoscibili in altri interventi come per esempio nella Wiggly House a Ponte Lambro, il cui grande spazio soggiorno fa convergere illuminazione dall’alto e dai patii interni, attraverso la copertura sagomata, creando uno spazio capace di accogliere situazioni sempre diverse e di modificarsi in base allo scopo; allo stesso modo le peculiarità materiche delle superfici di tetto e pareti rimandano alle sperimentazioni dei calpestii nella Piazza nera, Piazza bianca a Robbiano.
Il progetto per Noivoiloro ONLUS particolarmente vale allo studio il titolo di architetto italiano dell’anno 2021 e poco prima la menzione ai premi nazionali Inarch 2020.

Alberto Ferraresi,
Architetto, libero professionista


Scheda tecnica

 

Oggetto: Laboratori e Centro socio-educativoper persone con disabilità
Località: Erba, Como
Progetto architettonico: ifdesign – Franco Tagliabue Volontè, Ida Origgi architetti
Collaboratori: Mattia Cipriani, Chiara Castroflorio,Massimo Hu
Cronologia: realizzazione 2019
Impresa di costruzione: Stampini snc - Lurago d’Erba
Superficie: 880 m2
Costo complessivo:

850.000 euro

Fotografie: © Andrea Martiradonna