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Italia/Ancona  
Guidarini & Salvadeo Architetti Associati

Centro Nazionale della Fondazione Lega del Filo d’Oro

I più recenti modelli concettuali di disabilità sono volti a contemplare, unitamente ai fattori costituiti dalle limitazioni fisiche dell’individuo, i fattori ambientali costituiti da barriere o ostacoli fisici, sociali e istituzionali.
I fattori ambientali possono quindi ridurre la disabilità. L’ambiente, come riportato nella Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute (ICF), è considerato come facilitatore o barriera, come risorsa o ostacolo: risorsa perché può favorire la libera attività della persona; ostacolo perché può costituire una restrizione alla libertà delle persone. Ecco perché il progetto dell’accessibilità, volto alla mitigazione del conflitto tra persona e ambiente, deve tenere in considerazione l’importanza che esso assume nella qualità della vita delle persone.
In Italia, dal 1964, la Fondazione Lega del Filo d’Oro Onlus è il più importante punto di riferimento per le persone con sordocecità e con pluriminorazione psicosensoriale: la sua missione è quella di essere “un punto di riferimento per l’assistenza, l’educazione, la riabilitazione, il recupero e la valorizzazione delle potenzialità residue e il sostegno alla maggiore autonomia possibile delle persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali [...], tenendo come obiettivo il benessere e l’unicità delle persone che la vivono” (www.legadelfilodoro.it).
Avendo ben chiaro questo ruolo, la Fondazione Lega del Filo d’Oro negli ultimi 20 anni si è fatta affiancare dallo Studio Guidarini & Salvadeo Architetti Associati, che si distingue per competenza, passione e ostinazione nel porre la propria attenzione verso l’individuo, come dimostra la qualità dei servizi offerti e il Centro sociosanitario e residenziale che, dal 2017, ha inaugurato alle pendici delle colline marchigiane su cui sorge la cittadina di Osimo.
Il Centro rappresenta il punto di riferimento nazionale della Lega del Filo d’Oro per la diagnosi iniziale, l’avvio di un trattamento educativo-riabilitativo e per ricoveri temporanei.
Sviluppato su un’area di circa 34.000 m2, il complesso è composto da più corpi di fabbrica connessi tra loro da un’ampia piastra: le porzioni interrate ospitano parcheggi e locali tecnici mentre i due livelli fuori terra accolgono le attività diagnostiche, sanitarie, amministrative e residenziali. Vista la profondità del corpo di fabbrica della piastra, per garantire l’illuminazione e la ventilazione naturali sono stati realizzati degli ampi patii intorno ai quali sono collocati ambulatori, laboratori di ricerca e terapia, aule per la riabilitazione, centro di documentazione e uffici amministrativi.
La piastra basamentale è interamente ricoperta da un giardino pensile, che dissimula la struttura mimetizzandola nel panorama dei colli circostanti.
I volumi che affiorano dalla superficie vegetazionale, che raggiungono un’altezza di quattro piani fuori terra, accolgono piscine e palestre, mensa e alloggi per degenti e visitatori.
Per rafforzare il rapporto con il territorio, la struttura ospita anche un centro di documentazione, un centro di ricerca e un centro congressi a disposizione di realtà economiche esterne. Anche gli spazi aperti, quali le aree gioco per bambini, sono aperti all’esterno.
Pur se inseriti in stretta relazione con le funzioni mediche dell’istituto, gli alloggi assicurano un carattere domestico e familiare: alla zona più privata, costituita dalle camere singole o doppie, si affianca una zona di condivisione, costituita da cucina, sala pranzo e soggiorno. Intorno al costruito si trova un giardino terapeutico costituito da specie arboree dalle particolari caratteristiche tattili e olfattive, utile a esaltare la percezione sensoriale dello spazio e il susseguirsi temporale dei giorni e delle stagioni.
Il contesto ambientale è importante affinché la persona con sordocecità congenita o acquisita possa apprendere e utilizzare le proprie abilità e risorse, ottenere i massimi risultati dall’educazione e dalla riabilitazione per essere più autonoma e indipendente possibile.
Il progetto ha posto l’attenzione sull’organizzazione funzionale, così da eliminare barriere e gli ostacoli, facilitare gli accessi e rendere gli spazi facilmente identificabili e fruibili: un progetto che parte dall’umanizzazione degli ambienti per arrivare a promuove l’indipendenza, l’inclusione e la sicurezza.
Una buona illuminazione e il contrasto cromatico aiutano una persona che presenta un residuo visivo nell’orientamento e nell’accessibilità,
così come l’utilizzo di texture materiche trasferisce differenti sensazioni tattili e agevola le persone cieche. Agli ospiti che presentano disabilità motoria sono state riservate delle ampie camere in cui possono muoversi in autonomia: la presenza del sollevatore a soffitto riduce i disagi dovuti al cambio seduta per le autonomie personali. I colori, le texture, l’illuminazione e l’acustica facilitano l’apprendimento, l’orientamento e la mobilità, la sicurezza e la comunicazione. 
Da un punto di vista delle stimolazioni visive e tattili, l’architettura si affida, tra l’altro, alle ampie superfici colorate, ai volumi semplici, ai percorsi olfattivi e sonori e alle superficie ritmate in mattone in laterizio faccia a vista. Quest’ultimo si trova sul fronte sud del muro di sostegno del “terreno abitato”, nella biblioteca e nell’auditorium

Adolfo F. L. Baratta,
Professore Associato, Dipartimento di Architettura, Università degli Studi Roma Tre


Scheda tecnica

 

Oggetto: Centro Nazionale della Fondazione Lega del Filo d’Oro
Località: Osimo (AN)
Progetto architettonico: Guidarini & Salvadeo Architetti Associati (Stefano Guidarini,Pierluigi Salvadeo) con Carla Lucarelli, Giovanbattista Padalino, Chiara Roccheggiani per il progetto esecutivo
Collaboratori: Luca Varvello, Marcello Bondavalli, Riccardo Spreafico,Chiara Grignani
Cronologia: 2010-2012 (progetto); 2013-2017 (costruzione I lotto); 2018-2022 (costruzione II lotto)
Progetto arredi: Zengiarodesign, Alfredo Zengiaro
Progetto strutturale: termostudi s.r.l., Bruno Roccheggiani, Davide Quattrini
Progetto impiantistico:  termostudi s.r.l., Maria Raffaella Tamburi, Giovanni Ginesi
Consulenza energetica: Costanzo Di Perna e Fabio Polonara, Università Politecnica delle Marche
Superficie: 23.566 mca.
Fotografie: © Nicola Guidarini, Fabio Bonvecchi (drone)