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Italia/Roma  

Il Thermopolium ostiense: un wine bar di età imperiale

Lo studio di un thermopolium di età imperiale può far luce sull’attualità di questa particolare tipologia architettonica, già colta nella prima metà del Novecento da quanti ricercavano a Ostia modelli da seguire per l’architettura del nuovo secolo

Nella società romana il consumo di vino non aveva il carattere sacrale tipico della cultura greca, ma costituiva un aspetto essenziale della vita quotidiana di tutte le classi sociali.
Il vino veniva servito durante i pasti, diluito con acqua calda o fredda - a seconda delle stagioni - nel corso di banchetti all’interno di abitazioni private o in locali prospicienti le strade principali delle città antiche e conservato in apposite cellae vinariae, cantine generalmente protette dalla luce diretta del sole.
La frequentazione di taverne, bar e locande era di solito appannaggio della classe medio-bassa, che spesso non disponeva di locali interni alle insulae per cucinare i pasti. Termini come taberna vinaria, popina, caupona, thermopolium, sono ricorrenti nelle fonti letterarie antiche e si può individuare la loro corrispondenza con numerose evidenze archeologiche e documentarie.
I criteri per identificare un locale come thermopolium o popina vanno ricercati nella presenza di alcuni elementi caratteristici: un particolare bancone con vasche per il lavaggio delle stoviglie, scaffalature per i bicchieri, dolia incassati nel pavimento per conservare il vino e, ovviamente, l’apertura del locale su strada ...

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