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Marco D’Orazio + Gianluca Cursio

Facciate in laterizio faccia a vista contro il bio-degrado: risultati analitici

Il rischio di degrado biologico per i componenti edilizi è destinato ad aumentare a causa della recente introduzione degli standard NZEB, ma l’utilizzo di elementi tradizionali quali il laterizio faccia a vista può ridurre l’impatto degli agenti patogeni

L’emanazione delle direttive comunitarie (SAVE e NZEB) finalizzate a ridurre drasticamente le emissioni di CO2 nell’atmosfera ha portato gli stati membri dell’Unione Europea ad adottare normative stringenti in merito alla trasmittanza dei componenti edilizi. 

Questa nel futuro dovrà essere sempre più bassa così da arrivare a costruire solo edifici “a energia quasi zero” (Nearly Zero Energy Buildings, NZEB), al netto dell’energia autoprodotta tramite impianti per la climatizzazione con fonti energetiche rinnovabili.

Questi provvedimenti non sono tuttavia privi di conseguenze “secondarie”. Ad esempio, realizzare edifici ad energia quasi zero con componenti edilizi fortemente isolati, spesso “leggeri”, con ridottissima possibilità di scambio, sia di calore che di vapore, tra interno ed esterno, nonché componenti vetrati a bassa permeabilità all’aria, ha conseguenze sia sul piano della vivibilità degli ambienti interni (qualità dell’aria interna) che sul funzionamento degli elementi costruttivi stessi (durabilità). 

Nelle pareti a ridotta trasmittanza termica stazionaria (U), la parte interna della parete, riuscendo a scambiare una ridotta quantità di calore e vapore verso l’esterno, tende a reagire solo alle condizioni climatiche interne, mentre quella esterna, attraversata da ridotti flussi di calore e vapore provenienti dall’interno, è costretta a “lavorare” a condizioni di temperatura e umidità relativa molto più gravose rispetto al passato....