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Austria/Zwettl  
Schiller Bau

E4 Brickhouse 2020 a Zwettl

«Ma la scarpa è sempre la stessa: tu e la tua tribù avete abolito sandali e mocassini in favore di scafi di gomma imbottita che vi ingoiano i piedi per tutto l’anno, nella neve fradicia come nella sabbia arroventata». Con queste parole Michele Serra descrive, nel suo ultimo divertente libro1, come gli adolescenti a cui appartiene il figlio abbiano ormai deciso di utilizzare la stessa calzatura a prescindere dalle stagioni e dall’ambiente. Allo stesso modo oramai molti architetti italiani, anche se non più adolescenti, hanno deciso di adottare la stessa soluzione di involucro edilizio a prescindere dalla localizzazione e dalle condizioni climatiche.

In realtà il comfort termico e l’efficienza energetica possono, o meglio devono, essere ottenuti seguendo strade diverse in funzione della localizzazione. In Italia e nei Paesi con clima mediterraneo, ad esempio, nel bilancio dei consumi energetici annuali il fabbisogno legato alla climatizzazione estiva assume valori preponderanti: tale situazione dovrebbe invitare i progettisti ad adottare «calzature» diverse rispetto a quelle utilizzate in altri contesti per raggiungere gli obiettivi richiesti per gli edifici «nearly Zero Energy Building»2

Una soluzione che tiene conto anche del contributo fornito dall’inerzia termica di un involucro massivo è quella sviluppata dal modello E4 Brickhouse 2020 che supera gli ambiziosi obiettivi imposti dall’Unione Europea, in quanto completamente autosufficiente dal punto di vista energetico grazie alle risorse rinnovabili e a un involucro altamente prestazionale.

L’involucro verticale è costituito da una muratura portante monostrato realizzata con blocchi in laterizio di 49 cm di spessore: questa soluzione, con uno strato di intonaco civile, garantisce un valore di trasmittanza termica U pari a 0,13 W/m2K e una elevata inerzia termica nella stagione più calda. 

Tale prestazione è garantita da blocchi caratterizzati da un impasto in laterizio alleggerito, setti interni sottili, fori riempiti con lana di roccia, superfici perfettamente complanari ottenute tramite rettifica e che consentono la posa in opera con giunti di 1,0 mm di spessore.

La prima applicazione di tale modello è stata realizzata in Austria, più precisamente a Zwettl. L’edificio sorge su un lotto di circa 950 m2 e occupa una superficie di 194 m2. La residenza, che si sviluppa su due piani fuori terra, ha una zona giorno al piano terra, costituita da ingresso, soggiorno, sala pranzo, cucina, dispensa, servizio igienico, studio e lavanderia, e da una zona notte al piano primo costituita da tre camere da letto e un bagno.

Per ovviare all’orientamento non ottimale del volume edificato, la copertura è parzialmente ruotata verso sud creando lo sfalsamento del volume di copertura rispetto a quello sottostante.

Il «sistema edificio», progettato a misura delle esigenze degli abitanti e costruito in soli 16 mesi, si basa sul concetto di «Casa solare» in cui l’acqua contenuta in un serbatoio cilindrico di grandi dimensioni (5,5 m di altezza e 10 m3 di volume) collocato all’interno del fabbricato viene riscaldata dai collettori solari (48 m2) posizionati sulla copertura con un’inclinazione tale (60°) da captare i raggi solari nelle stagioni più fredde ed evitare il surriscaldamento in quelle più calde. Tale soluzione assolve completamente alle richieste di calore necessarie per gli impianti idrico sanitario e di riscaldamento. Quest’ultimo è costituito da un sistema a pannelli radianti disposto sia a pavimento che a parete, così da incrementare la superficie e poter utilizzare una temperatura di funzionamento piuttosto bassa. Nel caso di maggiore fabbisogno energetico, condizione che si verifica circa 10-15 volte l’anno, viene garantito un contributo da una caldaia a pellets alimentata annualmente con meno di 4 m3 di combustibile naturale. La produzione di energia elettrica è affidata ai pannelli fotovoltaici (6,5 kWp) che generano più energia di quella necessaria, coprendo anche i consumi indispensabili per la ventilazione forzata3

Complessivamente i sistemi impiantistici sono dimensionati per una produzione di energia termica ed elettrica pari a +3,57 kWh/m2/a così da compensare le emissioni annue di CO2 che sono a pari a -0,64 kg/m2a, raggiungendo quindi l’obiettivo di edificio a consumo energetico quasi nullo con ben sette anni di anticipo rispetto alle richieste della Direttiva Europea.

Presto saranno resi pubblici i dati dell’Austrian Institute of Technology che ha monitorato l’edificio negli ultimi due anni.

L’unico rammarico è che un edificio in muratura portante, parco nei consumi, capace di garantire un elevato grado di comfort interno eliminando praticamente le emissioni climalteranti sfruttando l’energia solare, sia stato realizzato prima in Austria piuttosto che nella terra del sole…

Note
  1. M. Serra, Gli sdraiati, 2013.
  2. La definizione di «nearly Zero Energy Building» (nZEB) è fornita dall’art. 2 della Direttiva Europea 2010/31/EU.
  3. G. La Franca, Net Zero Energy Building in Austria. Sette anni di anticipo rispetto alle norme europee», Impianti solari, 18 marzo 2013.

Adolfo F. L. Baratta
Ricercatore, Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di Roma Tre


Scheda tecnica

Oggetto: Residenza privata
Località: Zwettl (Austria)
Committente: Privato
Progetto architettonico: Schiller Bau
Impresa edile: Schiller Bau
Cronologia: 2011
Superficie: 277 mq
Fotografie: Andi Bruckner

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