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Svezia/Höganäs  
Petra Gipp Arkitektur

Bruksgården

Nella città di Höganäs, piccolo centro della costa sud svedese, si colloca l’edificio di Bruksgården, originariamente adibito a residenza privata dell’amministratore della società mineraria della città. La committenza ha affidato allo studio Petra Gipp Architektur il compito di predisporre un progetto di riqualificazione e riconversione dello storico edificio dei primi del XIX secolo che andrà ad ospitare la sede del Lindengruppen e la relativa e cospicua collezione d’arte.
Date le molteplici criticità dell’ammodernamento degli spazi interni e dell’accessibilità complessiva, l’idea progettuale si è sviluppata attraverso la realizzazione di un nuovo innesto all’edificio storico vincolato. L’inserimento di un corpo edilizio ex novo in porzioni urbane ad alto valore storico comporta complesse relazioni tra gli elementi ‘nuovi’ e quelli preesistenti; al progettista la complessa facoltà di scegliere se tale dialogo debba avvenire per contrasti o per armonizzazioni. Il progetto dello studio Petra Gipp Architektur fa questo adottando entrambe le soluzioni e creando una chiara e decisa connessione tra architettura, arte e storia, tra presente e passato, che si espande alle diverse componenti a scala sempre maggiore: dall’edificio preesistente, alla sua piazza antistante e al suo giardino retrostante, fino all’isolato che, nella sua struttura fisica, è stato restituito alla memoria originaria del luogo a cui le forme ritornano e, infine, al contesto circostante. Di fatto, camminando lungo questa porzione urbana tradizionale fatta di strade in ciottoli di granito e facciate dalle rosacee cromature, il nuovo progetto si inserisce sapientemente come a formare un tutt’uno armonioso.
La nuova estensione si innesta sulla facciata dell’edificio storico come una sorta di ala perpendicolare che si sviluppa lungo l’area verde privata retrostante. Sebbene presenti un corpo molto slanciato a due piani con copertura a due falde, l’ampliamento riprende la campata dell’edificio principale, che ritroviamo sia nella profondità a modulo singolo sia nella lunghezza di quattro moduli.
Essa non si presenta come corpo baricentrico ma, al contrario, è leggermente sfalsata quasi a cingere il muro perimetrale in mattoni e i rinnovati giardini privati.
L’inserimento armonico rispetto alla dialettica storica del contesto viene raggiunto attraverso una reinterpretazione contemporanea della tradizione tipologica svedese della “casa lunga” che, nell’ampliamento, acquisisce al tempo stesso anche una propria nobile identità scultorea fatta di contrasti volumetrici.
Lungo la facciata dell’estensione emerge infatti una sporgenza scultorea in cemento bianco a due piani, che si distacca dalla muratura in laterizio per poi protendersi verso il giardino ad est. All’interno della struttura l’esperienza umana viene messa al centro, in un ambiente in cui ogni elemento contribuisce ad espandere la luce, dalle superfici verticali a quelle orizzontali. Spazio interno e spazio esterno si fondono qui in un dialogo materico armonioso in grado di risolvere anche problematiche funzionali di accessibilità.
Il dialogo tra presente e passato è sapientemente sviluppato nell’uso dei materiali e delle cromature, sia attraverso contrasti, sia attraverso armonie tra le diverse sfumature. Il distacco scultoreo tra il volume dell’estensione e l’edificio primario viene raggiunto attraverso l’utilizzo in facciata del laterizio grigio scuro e delle giunture chiare.
Al tempo stesso, questo contrasto materico tra vecchio e nuovo è armonizzato cromaticamente dalla giustapposizione tra la facciata in laterizio grigio scuro dell’estensione e la facciata intonacata rosacea dell’edificio principale, o ancora, in copertura, nella giustapposizione delle due tipologie di materiali.
Al contrario, nell’ampliamento, la transizione tra copertura e facciata avviene senza alcun tipo di sporgenza e con perfetta precisione cromatica garantita dall’utilizzo di una medesima modellazione dell’argilla. Simili armonizzazioni avvengono anche tra la malta chiara di giunzione del laterizio e il volume aggettante in cemento bianco.
L’assoluta chiarezza progettuale è qui manifesta: l’architettura viene definita attraverso il volume e la materia e, nel dialogo tra vecchio e nuovo, queste componenti non scelgono di esaltare l’uno o l’altro, ma ne definiscono, piuttosto, fusioni e distinzioni.

Martina Carra,
Architetto, PhD, Università di Brescia


Scheda tecnica

 

Oggetto: Bruksgården – Lindéngruppen
Località: Höganäs, Skåne – Svezia
Committente: Lindéngruppen
Progetto architettonico: Petra Gipp Arkitektur (Petra Gipp, Jonas Hesse, Maria Videgård, Malin Heyman, Kalle Hjalmarsson, Maria Cagnoli e Marco Nathansohn)
Cronologia: 2010-2016
Superficie: 1.700 m2 
Fotografie: Jens Lindhe