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Colombia/Bogotà  
El Equipo Mazzanti

Fundaciòn Santa Fé

Bogotà, capitale al centro della Colombia, conta 7,8 milioni di abitanti distribuiti in 20 quartieri. L’insediamento, delimitato da catene montuose, sorge, come per altre capitali sudamericane, su un altopiano, a ben 2640 metri di altezza sul livello del mare. La Fundación Santa Fe de Bogotá è un ente privato di carattere sociale, che opera da 40 anni; è stato il primo ospedale generale a darsi una struttura professionale e specialistica. Dal 1996, contribuisce allo sviluppo del Sistema General de Seguridad Social en Salud, occupandosi di salute pubblica, ricerca clinica e scientifica.
La nuova struttura di ampliamento a carattere universitario aumenta la capacità di ricovero di 148 letti, con servizi ambulatoriali e accorgimenti di conforto per i pazienti, i familiari, gli operatori e i visitatori. Il progetto è stato curato da El Equipo Mazzanti, un importante studio colombiano, condotto da Giancarlo Mazzanti, noto in Italia per le esposizioni curate alla Biennale di Venezia nel 2016 e a Milano, l’anno seguente, nello Spazio FMG per l’Architettura. Il progetto ha avuto origine dalla partecipazione a un concorso, organizzato dalla Fondazione nel 2012.
La collocazione dell’edificio, tra la nona e la settima strada di Bogotà, ha reso l’insediamento un complesso connettivo, conformato come piazza, incrocio e ambito pubblico aggiunto alla città, dotato di abbondante vegetazione, spazi commerciali, una caffetteria e un auditorium multiuso; un ponte urbano che si impone nel contesto, affermando il suo ruolo assistenziale sanitario, rilevante per il verde e gli spazi di utilizzo collettivo; ambiziosamente concepito, con i suoi colori e componenti naturali, per aiutare al recupero dei pazienti.
Il corpo edilizio principale è un alto parallelepipedo che riorganizza i flussi verticali e orizzontali dell’ospedale e funziona come elemento di unione tra il nuovo e l’esistente.
Ha 12 livelli: il primo di essi è un grande ambiente coperto di collegamento, aperto sulla nona strada e sugli edifici esistenti; il secondo è la piazza e la base di appoggio della torre che si eleva per altri dieci livelli, ad ospitare i reparti di neonatologia, cardiologia, ginecologia e psichiatria; un auditorium e una sala medica, al settimo piano; il solarium e un’area di degenza, al nono.
Il solarium si propone come spazio della nuova concezione ospedaliera, che ritiene il verde del giardino pensile fonte terapeutica, utile per offrire ai pazienti contatti con la città, con la natura, per ridurre le condizioni di ansia e di isolamento, riducendo di conseguenza le infezioni, i tempi di recupero dalle malattie e le complicazioni.
Il progetto, perseguendo le più avanzate strategie organizzative e tecnologiche in materia ospedaliera, propone come elementi unificanti e identificativi di ogni ambiente il patio e l’illuminazione naturale, ritenendoli di significato vitale nei processi di guarigione. Con l’utilizzo della vegetazione e con la riforestazione di piante che attirano animali (farfalle, uccelli) crea una barriera di protezione che riduce al minimo le particelle di polvere, il vento, gli odori e il rumore.
L’immagine edilizia diviene anch’essa elemento iconico di promozione sociale e scientifica. La facciata, per la sua materialità e configurazione, oltre ad avere funzione di “pelle”, è elemento significativo, plurifunzionale, identitario per la Fondazione, e di riconoscimento dell’intero campus.
Il complesso infatti assume grande evidenza attraverso il rivestimento in laterizio, materiale adottato dai progettisti secondo le indicazioni dettate per la partecipazione alla competizione ideativa.
Il metodo di applicazione dei manufatti fa riferimento all’arte “Mudéjar”, di produzione cristiana, ma di derivazione islamico mediterranea, con il mattone che, già in epoca quattrocentesca, venne utilizzato non come elemento strutturale, ma estetico e come tessitura funzionalmente efficiente per la mitigazione climatica. Nella torre ospedale, i mattoni in facciata sono supportati da cavi e parti metalliche e compongono tessiture, variate nel disegno e nella trama, in grado di produrre all’interno degli ambienti diversi tipi di illuminazione naturale, che soddisfano una pluralità di esigenze di pazienti e operatori.
Questa non uniforme parete ventilata di mattoni, si dispone come una membrana che favorisce una relazione semi-privata con l’esterno, consentendo alla luce naturale di raggiungere livelli e intensità diversi.
Sul retro della pelle di mattoni, è stata diversificata la conformazione dei tamponamenti finestrati e la controparete, che garantisce il controllo della temperatura, la mitigazione del suono, la prevenzione dall’inquinamento e dalla contaminazione, ha specchiature vetrate di diverse altezze che consentono, in quelle stanze ove le persone trascorrono più tempo sdraiate a letto, di avere una comoda vista dell’esterno, di guardare la città, le montagne e il cielo.

Roberto Gamba,  
Architetto, libero professionista


Scheda tecnica

 

Oggetto: Centro ospedaliero
Località: Bogotà, Colombia
Committente: Fundaciòn Santa Fé de Bogotà
Progetto architettonico: dmEl Equipo Mazzanti, Giancarlo Mazzanti, Sebastián Negret, Fredy Fortich, Alberto Aranda, Felipe Pombo, Rocío Lamprea, César Grisales, Juan Sebastián Muñoz, Lorenza Baroncelli, Marcela Gómez, Julián Gaviria
Superficie: 32.000 m2
Cronologia: 2016
Fotografie: © Alejandro Arango