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Svezia/Stoccolma  
Johan Celsing Arkitektkontor

Chiesa ad Årsta Stoccolma

Ad Årsta, un tranquillo quartiere prettamente residenziale, uno dei sei sobborghi che costituiscono la Söderort (la parte sud) della capitale svedese, è già da un po’ di tempo che la sua comunità religiosa aspettava una chiesa «vera». Il territorio ne risultava sprovvisto anche se i fedeli luterani potevano pur sempre contare su un campanile, costruito nel 1952, e, soprattutto, sull’edificio parrocchiale (del 1968), di cui una sala ha assunto nel corso del tempo le funzioni della cappella.

Finalmente, nel 2006, il progetto per la nuova chiesa è iniziato con un concorso a inviti, stabilendo che l’edificio di culto sorgesse sul sito roccioso e un po’ rialzato, contiguo alla esistente costruzione parrocchiale.

Il vincitore è risultato essere Johan Celsing, architetto e figlio di Peter Celsing (1920-1974), a sua volta autore di importanti opere di scuola brutalista disseminate nello skyline di principali città svedesi. Johan, in questa inevitabile sorta di confronto professionale con il padre che il destino gli ha riservato, riesce a emergere con numerosi progetti di qualità; tant’è vero che nel 2009 vince un altro importante concorso a inviti riguardante l’ampliamento di una delle più celebri opere di architettura moderna: Skogskyrkogården (il Cimitero del Bosco), progettato tra il 1917 e il 1940 da Gunnar Asplund e Sigurd Lewerentz a Stoccolma e, dal 1994, iscritto nell’elenco del Patrimonio Culturale dell’Umanità dell’Unesco.

Anche se il nuovo volume della chiesa progettata da Celsing è addossato (e fisicamente unito) all’edificio parrocchiale attiguo – costruito nel secondo dopoguerra e facente parte, insieme ad altre architetture presenti nel quartiere, di quello stile definito comunemente modernismo scandinavo – e la sua «pelle» in mattoni scuri rispecchia l’ impostazione generale del resto del complesso, la sua radice «scandinava» risulta essere diversa. Le linee severe e squadrate lo avvicinano, caso mai, ad alcune prime esperienze progettuali di Lewerentz e sicuramente riflettono alcuni tratti comuni del pensiero teorico di Celsing illustrato nel saggio intitolato «The Robust, the Sincere», dove sono elogiate qualità architettoniche «durevoli» degli edifici come «robustezza» e «sincerità». 

La chiesa di Årsta ne è un chiaro esempio. Costruita per durare nel tempo, offre ai fedeli del quartiere, e non solo, uno spazio unico e molto suggestivo. Il cuore del progetto è l’aula liturgica di forma quadrata (13 x 13 m), alta 10 m, racchiusa dentro le spesse pareti dell’involucro edilizio realizzato in muratura portante di ben 88 cm di spessore. 

Lungo i due lati dell’edificio (quello confinante con il centro parrocchiale e quello ovest) sono presenti i volumi più bassi (in realtà, alti come il resto del complesso) che assolvono alla funzione di unione tra il nuovo e l’esistente e forniscono una seconda entrata alla chiesa.

I quattro fronti esterni sono caratterizzati da linee eleganti e un po’ severe e, soprattutto, dalla presenza (due a est e due a ovest) di grandi finestre-vetrate, impostate subito sotto il coronamento in cemento armato. La loro figura rimanda, a prima vista, ai prospetti adiacenti dell’edificio parrocchiale, ma le misure decisamente oversize (circa 5 m di altezza) rendono l’immagine complessiva un po’ astratta, quasi drammatica. Qui è interessante notare il modo in cui Celsing, proponendo l’utilizzo fuori scala di un elemento architettonico semplice e familiare come la finestra, scardina alcuni valori acquisiti come certi, riuscendo nell’obiettivo di creare una situazione di interrogativi («cosa c’è dietro quelle finestre così grandi»?) per stimolare una riflessione e, nello stesso tempo, offrendo agli ambienti interni della chiesa un’illuminazione adeguata.

Lo «spazio» dell’aula esalta la verticalità simbolica del luogo, nel pieno spirito della tradizione ortodossa, come se fosse stato concepito per far stare in piedi i fedeli,nonostante la presenza di numerose panchine in legno dal design essenziale. Una lunga striscia di mattoni smaltati di bianco, alta 2,3 m, corre lungo le quattro pareti interne fornendo, di fatto, un basamento all’aula principale; gli elementi di laterizio sono perforati creando così uno strano effetto «quasi tessuto» di scuola semperiana. Il fonte battesimale, in pietra calcarea, è incorporato nel pavimento in mattoni, lungo l’asse est-ovest che accoglie anche un elementare altare anch’esso realizzato in mattoni e piastrelle smaltate.

Il disegno dell’aula è impostato sulla simmetria classica, ma basta alzare lo sguardo verso l’alto per trovare l’eccezione che conferma la regola: le travi in cemento non corrono parallele tra loro, come vorrebbe la logica costruttiva, ma seguono il disegno dell’architetto che fa viaggiare alcune di esse in diagonale. Non è difficile affermare che quasi sicuramente Celsing ha voluto stupire introducendo una nota di «colore» in un interno razionale ed equilibrato. 

Igor Maglica
Architetto e giornalista


Scheda tecnica

Oggetto:

Chiesa ad Årsta Stoccolma

Località: Stoccolma, Svezia
Committente: The Church of Sweden, Årsta-Enskede Parish
Progetto architettonico: Johan Celsing Arkitektkontor AB
In collaborazione con: Lichtontwerpers.nl, Goudappel Coffeng, Rod’or, Breijn
Cronologia: 2009, progetto – 2012, fine lavori
Fotografie: Jan de Vries

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