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Finlandia/Vantaa  
Avanto Architects Ltd

Cappella St.Lawrence Vantaa

Bianco come la luce, come l’idea di «purezza», richiama la visione «splendente»1 della vita ultraterrena. Una scelta volutamente simbolica quella dell’acromatismo per svolgere gli spazi della Cappella St. Lawrence a Vantaa, Finlandia. Realizzato nel 2010 da Avanto Architects, e vincitore di più premi a livello internazionale, il progetto, nato dall’esigenza di realizzare un sistema di spazi legati al rito funebre, si configura come un complesso autonomo rispetto alla pre-esistente parrocchia.

Situato lungo il percorso che conduce al vicino cimitero, risulta armoniosamente integrato con il paesaggio circostante. Solo la torre campanaria, quando lo scenario è avvolto dal biancore di neve e ghiaccio, ne evidenzia la posizione.

I progettisti hanno affrontato il tema con sensibilità, partecipando a riti funebri in forma anonima, dialogando con la committenza, nonché con il personale, per comprendere le gestualità e le esigenze pratiche, al fine di rispondere adeguatamente alla pianificazione funzionale dell’edificio e al contempo conservare fermamente l’obiettivo di attribuire pace, dignità e unicità alla cerimonia conclusiva della vita. L’architettura, attraverso la percezione dello spazio, si dischiude all’emozione del dolore e trasmettendo armonia ed equilibrio valorizza la memoria. 

Il complesso si compone di tre spazi sacri di dimensione differente: uno più ampio posizionato planimetricamente all’estremità del perimetro che delinea il complesso; uno di dimensioni intermedie posto nel cuore della struttura; un terzo, più intimo e raccolto, verso l’esterno. Ciascuno è raggiungibile da percorsi distinti che non s’incrociano. Dall’esterno verso l’interno dell’edificio, attraverso sottili tracciati affiancati da setti murari e leggeri specchi d’acqua – ghiaccio in inverno -, tali percorsi, destinati ai fruitori, sono unidirezionali, sono la trasposizione nell’architettura dell’iter cerimoniale stesso.

Camere e servizi per il personale sono occultati grazie alla posizione attenta dei setti parietali, oppure, sono posti nei sotterranei così che il fruitore percepisca solo il sentiero verso l’ultimo addio. Nella penombra, sotto un «cielo» verde in rame ossidato, il tragitto è guidato da una fessura di luce che conduce agli ambienti in progressione successiva (con spazi per la riflessione e la meditazione), prima di raggiungere le cappelle. Il leggero intonaco bianco che vela il mattone pieno in laterizio sottostante alleggerisce e modella le solide pareti.

Una doppia struttura compone gli spazi: murature portanti ed elementi d’acciaio per le grandi pareti vetrate. 

La luce non è mai diretta in quanto un secondo materiale si coniuga al penetrante candore delle superfici: il rame. In formato di grandi lastre questo è utilizzato per le coperture esterne, per i controsoffitti interni e soprattutto per le grandi maglie ossidate artigianalmente che, come suadenti texture, filtrano la luce proveniente dalle superfici vitree. Si delinea così uno schermo semitrasparente, posto tra interno ed esterno come fosse tra la vita terrena e l’oltre, per un breve tempo di incontro tra i due mondi.

Il fattore fondamentale per la scelta dei materiali è stata la loro longevità, testata mediante un processo di simulazione nelle fasi di progettazione. Sono tre le cromie che configurano il design degli interni. Plumbeo-nerastra l’ardesia delle pavimentazioni, verdi e sfumate le semitrasparenze, in legno chiaro gli arredi e le porte, bianco l’insieme avvolgente della muratura portante. I punti luce, realizzati con la collaborazione di vari artisti finlandesi, che interpretano i temi del sacro sono stati calibrati per ogni ambiente grazie. Questi sobri particolari rendono protagonisti precipui dell’architettura gli uomini e il loro dolore. Di notevole interesse è la geometria della cappella maggiore ove la copertura a una sola falda è inclinata asimmetricamente rispetto alla centralità degli spazi del rito. 

Dalle cappelle si esce in tre piccoli giardini posti verso il cimitero, perimetrati da tratti di muri a secco realizzati in pietra locale. Ivi, dopo il rito, il sentiero continua e la vita per i vivi riprende. 

Note
  1. La parola «bianco» etimologicamente deriva dall’alto tedesco antico blanch, modificato in blank con il significato di «splendente». Da Ottorino Pianigiani, Vocabolario etimologico della lingua italiana, Roma, ed. Polaris, 1993.

Veronica Dal Buono
Ricercatrice, Università di Ferrara


Scheda tecnica

Oggetto: Cappella
Località: Pappilankuja, Vantaa, Finland
Committente: Vantaa Parish Union
Progetto architettonico: Avanto Architects Ltd, Ville Hara and Anu Puustinen; Architects SAFA
Collaboratori: Felix Laitinen, Tommi Tuokkola, Jonna Käppi, Piotr Gniewek, Asami Naito, Kai Korhonen
Progetto strutturale e componentistica: R J Heiskanen Engineers Ltd / Kari Toitturi, Helena Lomperi; Leo Maaskola Engineers Ltd / Jukka Sainio, Esa Leino; Veikko Vahvaselkä Engineers Ltd / Rauno Nyblom, Lassi Jalava; Tülay Schakir; Akukon Ltd / Olli Salmensaari
Progetto del paesaggio: Eva Byman, Niina Strengell
Cronologia: primo premio concorso 2003, conclusione lavori 2010
Fotografie: Tuomas Uusheimo

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