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Germania/Stoccarda  
LRO + Lederer + Ragnarsdóttir + Oei

Ampliamento del quartier generale della EnBW a Stoccarda

La EnBW, una delle società elettriche più importanti della Germania, ha le sedi dislocate su tutto il territorio teutonico e il quartier generale di Stoccarda è uno dei suoi centri direzionali più importanti. Gli uffici erano originariamente localizzati all’interno di un edificio costruito negli anni Settanta e progettato dagli architetti Kammerer e Belz. La distribuzione planimetrica e le scelte dei materiali di rivestimento sono segni distintivi dell’immobile e richiamano esplicitamente l’architettura di quegli anni. Il fabbricato, che occupa parzialmente un vasto lotto di forma regolare, si configura geometricamente come una U con un braccio nettamente più corto dell’altro, ed è rivestito con lastre di alluminio anodizzato grigio brunito e vetri Colorex scuri.

A metà degli anni Novanta la società elettrica, nell’ottica di ampliare e potenziare il proprio mercato, decise di ingrandire la sede di Stoccarda, triplicando i metri quadri di superficie a propria disposizione per costruire, oltre a nuovi uffici, anche sale di rappresentanza, sale di ristorazione e meeting.

Il progetto di ampliamento venne affidato allo studio di architettura di Arno Lederer, Jorunn Ragnarsdóttir e Marc Oei, i quali scelsero di sfruttare la vasta porzione libera della proprietà per realizzare un edificio che, partendo da uno dei bracci della U, girasse tutto intorno al lotto fino a ricongiungersi nuovamente con il corpo esistente. Così facendo le due costruzioni si uniscono oggi in un unico complesso a corte pur rimanendo ben distinguibili l’una dall’altra. La costruzione si sviluppa verticalmente in 3 piani interrati, un piano terra, parzialmente interrato nella zona ristorazione, e sei piani fuori terra.

Il piano terra è caratterizzato, nell’edificio degli anni Settanta, dalla grande hall di ingresso, mentre una capiente sala di ristorazione, con annessi servizi e cucine, occupa la parte dell’ampliamento. La strada interna, che ai piani superiori diventa un ballatoio di distribuzione, al tempo stesso collega e divide i corpi di fabbrica generando due corti interne più piccole, a quote differenti, di pertinenza degli specifici ambienti.

Una vasca azzurra, che collega la hall all’esterno, in abbinamento con la colorazione bianca dell’intonaco, genera interessanti giochi di luce sulle pareti e sui soffitti che sembrano cambiare colore in conseguenza proprio dei riflessi della luce sull’acqua.

La sala ristorante è caratterizzata dalla presenza di una copertura voltata a botte in laterizio, interrotta da bucature semicircolari che ne permettono l’illuminazione. Nello stesso ambiente anche i pilastri e alcuni muretti di divisione sono in laterizio faccia a vista di colore rosso.

I piani superiori di tutto il complesso sono destinati agli uffici che si affacciano, da entrambi i lati, sui corridoi di distribuzione disposti centralmente rispetto ai bracci dell’edificio. Gli uffici, ai quali si accede per mezzo di porte in nicchia, sono illuminati per mezzo di finestre a nastro, alte 160 cm, che corrono lungo le facciate interne ed esterne del fabbricato. Agli angoli sono inseriti i collegamenti verticali che, per mezzo della loro geometria, parzialmente curva, conferiscono maggior dinamismo a tutta la costruzione. Anche i piani degli uffici, come la sala ristorazione del piano terra, sono caratterizzati, negli interni, dalla presenza di laterizio faccia a vista: nello specifico le pareti dei corridoi sono massive e realizzate in mattoni rossi, mentre le pareti di divisione degli ambienti di lavoro sono pareti-mobili leggere, progettate ad hoc e in grado sia di garantire maggior flessibilità agli spazi interni, sia di permettere l’archiviazione delle pratiche e dei documenti.

La scelta del rivestimento di facciata con mattoni faccia a vista di colorazione grigio scuro, con leggeri riflessi metallici, garantisce un continuum cromatico con il vecchio rivestimento metallico. Così come la strada di collegamento al piano terra unisce e al contempo identifica le specifiche funzioni, così i differenti materiali di rivestimento compattano tutto il complesso tramite la colorazione e la finitura riflettente, ma distingono nettamente un fabbricato rispetto all’altro.

Particolare attenzione è stata riservata alla progettazione dei giunti di malta dei laterizi: quelli verticali hanno una colorazione grigio scuro molto simile a quella dei mattoni, mentre quelli orizzontali sono bianchi e, visivamente, emergono prepotentemente. 

Questa differenziazione cromatica, in abbinamento con le lunghe finestre a nastro, permette di accentuare l’orizzontalità dell’edificio rispetto alla verticalità, allungandolo e rendendolo apparentemente più leggero, meno massivo di quanto effettivamente non sia. 

L’immagine del quartier generale è infatti fortemente caratterizzata anche dal disegno dei bow-windows, che gli conferiscono un linguaggio che sembra ispirarsi alle architetture delle centrali elettriche e termiche di inizio Novecento. Il tema della sostenibilità energetica, forse proprio per la specificità della committenza, ha assunto nel progetto un ruolo importante. 

Sebbene l’attenzione riservata a tali problematiche negli anni Novanta fosse sensibilmente inferiore rispetto a quella attuale, il filo conduttore dell’intervento è stato proprio quello di individuare soluzioni progettuali e tecnologiche in grado di rendere l’edificio energeticamente autonomo. 

Il laterizio faccia a vista è stato utilizzato internamente ed esternamente, oltre che per rispondere a specifiche richieste estetiche, anche per rispettare le esigenze di carattere energetico. 

Il mattone, in questo caso, non è soltanto un «semplice» rivestimento, ma un vero e proprio muro, pesante, spesso, massivo, in grado di garantire quindi anche la corretta inerzia termica e il conseguente accumulo di calore. 

L’uso della doppia pelle vetrata realizzata dall’unione dei bow-windows sporgenti con gli infissi montati a filo muro, contribuisce ulteriormente a fare di questo intervento un corretto esempio di come, per garantire l’effettiva autonomia energetica, sia necessario risolvere tali problematiche in fase di progetto, non solo attraverso l’introduzione di dispositivi tecnici e impiantistici, ma anche mediante lo studio di forme, soluzioni tecnologiche e materiali adeguati, che possono contribuire in maniera determinante all’equilibrio energetico dell’edificio.

Claudio Piferi Architetto, PhD, Università  degli Studi di Firenze


Scheda tecnica

Oggetto: Ampliamento del quartier generale della EnBW
Località: Stoccarda
Committente: EVS Energie-Versorgung Schwaben AG (EnBW)
Progetto architettonico: LRO Architekten – Arno Lederer, Jórunn Ragnarsdóttir, Marc Oei
Progetto strutturale: IBA – Acartürk & Partner
Collaboratori: Marco Garcia-Barth, Alf Hoinkis, Dorothee Strauss, Oliver Cyrus, Boris Miklautsch, Sabine Birk, Alexander Mayer-Steudte, Roland Göppel, Andy Brauneis, Thilo Holzer, Marc Losch
Cronologia: 1993 (concorso) - 1996-1997 (costruzione)
Costo complessivo: 56.000.000 euro
Fotografie: Roland Halbe

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