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Regno Unito/Londra  
Matthew Lloyd Architects

Twenty Bishops Square Londra

St Botolph’s Hall fa parte della schiera, sempre più esigua, di esempi d’architettura vittoriana presenti a Londra. Il volume, posto sotto la protezione dell’English Heritage (ente pubblico del governo britannico che si occupa della tutela di edifici storici e monumenti) come «Grade II Listed Building», nasce nel 1890 per ospitare la Central Foundation School for Girls, una scuola per ragazze dagli 11 ai 18 anni. Dopo quasi un secolo, in seguito al trasferimento della struttura scolastica, negli anni ‘70 cambia la destinazione d’uso originaria per convertirsi nella «hall» dell’adiacente medievale St Botolph’s Church, dalla quale assumerà l’attuale nome.

Con il termine hall, nell’accezione ecclesiastica, si indica in genere un piccolo edificio o, addirittura, una sola stanza da associare alle attività di natura comunitaria e di carità della chiesa di riferimento; quella di St Botolph è contraddistinta dal forte gioco cromatico prodotto dai numerosi mattoni rossi lasciati a vista e dalle finiture in pietra e gesso con sfumature giallo-beige e rappresenta ormai una forte e riconoscibile figura storica all’interno del quartiere adiacente alla City.

Inserita in un contesto urbano formato esclusivamente da edifici per uffici realizzati in uno stile che si potrebbe definire «international», contraddistinto dalle vaste superfici vetrate suddivise da linee sottili di serramenti in alluminio, la hall d’origine vittoriana spicca principalmente per le sue forti peculiarità cromatiche e storiche. Così, quando di fronte al compito di affiancarle un nuovo volume per appartamenti, alla nuova proprietà dell’edificio (due gruppi d’investimento immobiliare londinesi) e al gruppo dei progettisti incaricati, vincitori di un concorso privato a inviti, dev’essere sembrato quasi obbligatorio salvaguardare la sua importante presenza architettonica.

Coniugare il fine ultimo di un gruppo d’investimento, ovvero il profitto economico, con la conservazione di una preesistenza architettonica protetta dallo status di Grade II Listed Building per formare una piccola e preziosa oasi di colore nell’insieme grigio d’involucri per uffici, sembra quasi una contraddizione in termini di operatività. Comunque, dopo aver programmato il necessario restauro della St Botolph’s Hall, il gruppo dei Matthew Lloyd Architects, fondato nel 1999 e attualmente composto da una quindicina di architetti, decise di trarre il massimo profitto dalle particolarità esteriori dell’ingombrante vicino mantenendo così nei nuovi appartamenti similitudini cromatiche, materiali impiegati e altezza.

I progettisti di Shoreditch, East London, disegnarono un volume apparentemente semplice di linee squadrate, di forma sostanzialmente rettangolare, situato nella parte est del lotto risolvendo allo stesso tempo anche le problematiche planimetriche dell’area occupata di Bishops Square.

Il nuovo volume, con cinque elevazioni, oltre il tetto-terrazzo «verde» praticabile, viene unito all’adiacente edificio vittoriano tramite una struttura più piccola, completamente trasparente alta solo un piano fuori terra, facendo così diventare il piano terra una unica grande area. Quest’ultima, a esclusione delle zone degli accessi e degli spazi per la risalita, è stata destinata a ristorante. L’edificio ospita in totale 14 appartamenti di piccolo taglio, suddivisi rispettivamente nei quattro piani in quattro studio units (monolocali), quattro appartamenti con una camera da letto e sei con due camere da letto. Le loro piante sono caratterizzate da un disegno razionale e minimal anche se si nota, evidentemente permessa dalla normativa, la totale assenza di aerazione naturale per i locali dei bagni. Anche i fronti esterni presentano un’impostazione di stampo razionale e quasi simmetrica; quello che, invece, colpisce immediatamente la percezione è il rivestimento realizzato con lastre di tipo «baguette» contraddistinte da varie cromie che ripropongono i colori dell’adiacente St Botolph’s Hall. Posate in maniera random, conferiscono al nuovo edificio un’aria contemporanea e vivace in un piacevole gioco di contrapposizione e di rimandi al più illustre vicino.

Igor Maglica
PhD, architetto e giornalista


Scheda tecnica

Oggetto: Twenty Bishops Square
Località: Londra, Regno Unito
Committente: Hammerson UK / Native Land Ltd
Progetto architettonico: Matthew Lloyd Architects
Appaltatori: Crispin & Borst
Cronologia: 2008, fine lavori
Costo complessivo: 5,3 milioni sterline
Premi: RIBA Award 2010, Grand Designs Award 2009
Fotografie: Mikael Schilling

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