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Italia/Treviso  
AMAA

Riuso di un edificio della tradizione

L'intervento di recupero e ampliamento proposto dallo studio di architettura AMAA, per la realizzazione di un piccolo edificio commerciale-direzionale e alcuni ambulatori medici nel piccolo comune di Breda di Piave in provincia di Treviso, si caratterizza non soltanto per il linguaggio vernacolare utilizzato, fortemente legato al contesto, fondato sulla semplicità delle morfologie adottate e sull’uso sapiente dei materiali impiegati, quanto per il tentativo di re-interpretare tale linguaggio in chiave contemporanea.
Con l’obiettivo di realizzare una nuova sede per la farmacia del paese, all’interno della quale poter offrire anche servizi differenti, lo studio ha proposto la riqualificazione di un complesso agricolo originariamente composto da un fienile e piccoli corpi di fabbrica annessi.
Il progetto si struttura attraverso due edifici: il recupero del fienile esistente e la realizzazione ex-novo di un piccolo padiglione grazie al recupero volumetrico degli annessi demoliti.
Mentre il primo fabbricato richiama in maniera evidente l’architettura del luogo, il secondo se ne distacca sensibilmente attraverso l’uso di un linguaggio decisamente più contemporaneo.
Il padiglione, che si trova nel settore più a est del lotto di intervento e che ospita gli studi medici, è stato realizzato prevalentemente attraverso l’uso di sistemi costruttivi prefabbricati sia in verticale che in orizzontale, con l’obiettivo di ottenere grandi luci libere da elementi strutturali e di velocizzare i tempi di costruzione. La forma rettangolare in pianta definisce chiaramente le funzioni degli ambienti: nell’angolo vetrato bordato da infissi in Cor-Ten, che ha il compito di svuotare e alleggerire il volume, sono collocati l’accesso e lo spazio di accoglienza. Quest’ultimo è caratterizzato dalla presenza di una panca che si sviluppa linearmente e che ha il compito di proiettare verso l’esterno l’ambiente interno e di farlo diventare zona di filtro tra dentro e fuori, tra pubblico e privato. All’interno gli spazi sono organizzati ai lati di un corridoio di distribuzione inclinato rispetto al parallelismo dei prospetti e con i lati che si allargano verso l’uscita opposta.
La farmacia nasce invece dalla riqualificazione e rifunzionalizzazione del fienile esistente. È in questo edificio che maggiormente si comprende il tentativo degli architetti di riproporre, anche attraverso il riuso di elementi esistenti, un linguaggio tradizionale fortemente legato a quello delle architetture rurali caratteristiche del trevigiano, non tanto come referenza verso il passato quanto come strumento di connessione con il presente.
Dal punto di vista formale vengono riproposti alcuni elementi architettonici consolidati nel contesto geografico di appartenenza: il basamento, la gelosia, il tetto spiovente, i travetti passafuori e i pluviali vengono però ridisegnati, attualizzati contribuendo a contestualizzare in modo chiaro l’architettura, conferendole contemporaneità. 
Anche la distribuzione planimetrica dell’ex fienile è semplice: buona parte del piano terra è occupato dalla farmacia, mentre la restante superficie da uffici. Una scala interna permette di raggiungere il piano superiore al quale si accede anche grazie a una scala esterna. 
Oltre al riuso degli elementi formali, particolarmente interessante appare il tentativo di far dialogare forma e materiali in maniera semplice ma manifesta. I materiali utilizzati, infatti, sono quelli canonici della tradizione costruttiva italiana: mentre nel padiglione è prevalente l’uso della tecnologia e dei sistemi a secco e prefabbricati, nel recupero del fienile vengono riproposte tecnologie tradizionali, prevalentemente a umido, limitando materiali ed elementi leggeri a vantaggio di soluzioni più massive, in grado di garantire prestazioni meccaniche, termiche ed igrometriche di altissimo livello in regime invernale ed estivo.
Le forometrie degli infissi, e l’utilizzo di un adeguato spessore del cappotto termico, concorrono a consolidare l’aspetto massivo dell’edificio.
Anche la copertura caratterizza fortemente il progetto: la scelta di riposizionare i coppi esistenti arretrati rispetto alla linea di gronda, così come l’interruzione al di sotto addice cavetti passafuori dell’intonaco, che non arriva alle tavelle a vista in laterizio, permette di accentuare e leggere chiaramente il coronamento dell’edificio realizzato attraverso un profilo molto sottile, anche questo caratteristico delle architetture venete. Il canale di gronda e i discendenti in rame ben visibili, contribuiscono ulteriormente ad enfatizzare il ruolo della copertura all’interno dell’architettura.
Su uno dei lati lunghi, a memoria dell’architettura esistente, viene collocata la pensilina di accesso al fienile, opportunamente modificata e rivestita con una lamiera metallica piegata di 3 mm di spessore.
Infine, la pittura bianca e i riquadri rosa, il verde degli infissi e il rosso dei coppi, radicano definitivamente l’intervento al territorio.
La sostenibilità ambientale e l’efficientamento energetico dell’intervento sono assicurate grazie all’uso di blocchi in laterizio forati in grado di risolvere meglio, rispetto ad altre soluzioni tecnologiche, la problematica dello sfasamento termico, oltre che da un’ adeguata stratigrafia termicamente isolata sia in copertura (dissimulato dal profilo sottile della copertura) sia per l’involucro verticale. Il posizionamento degli infissi a filo interno della muratura evita, poi, nelle stagioni e nelle ore più calde, l’esposizione diretta ai raggi solari.
Ai blocchi in laterizio viene inoltre riconosciuto anche valore estetico quando, grazie a un sottile taglio dell’intonaco interno, in prossimità dei collegamenti verticali, vengono lasciati a vista per permettere l’inserimento di un apparecchio illuminante.

Claudio Piferi,
Professore Associato, Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di Firenze


Scheda tecnica

 

Oggetto: Edificio commerciale e direzionale
Località: Breda di Piave, Treviso
Committente: Fabric 12 di Agostino Bruscagnin & C.
Progetto architettonico: AMAA – Collaborative Architecture Office ForResearch And Development(Marcello Galiotto, Alessandra Rampazzo)
Collaboratori: Serena Bolzan, Lucia Corti,Gian Luca Perissinotto, Francesco Toson
Progetto strutturale: Riccardo Marchetto
Progetto impiantistico: Studio di Ingegneria Conte
Impresa di costruzione: Edilnova Snc
Cronologia: 2014-2020
Fotografie: © Simone Bossi