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Germania/Brühl  
Heinz Bienefeld

Casa Babanek, Brühl

Casa Babanek è uno degli ultimi progetti che l’architetto Heinz Bienefeld è riuscito a completare e veder realizzato prima della sua morte nel 1995.
Planimetricamente l’edificio è chiaro e le funzioni, al suo interno, sono ben definite: l’impianto ha una forma rettangolare priva di aggetti e rientranze e gli stessi ambienti hanno tutti forme regolari e si sviluppano in sequenza. Oltre ad un piano interrato, l’abitazione si sviluppa su tre livelli: il piano terra, di circa 150 m2, è caratterizzato, oltre che dalla presenza di un ampio atrio di ingresso, da un grande soggiorno centrale, affiancato da una parte dalla cucina e dall’altra dalla biblioteca. Al piano primo, più stretto, sono dislocate le tre camere da letto per i ragazzi e il servizio igienico, mentre il primo piano è occupato per intero dalle camere da letto padronali e da due piccole terrazze agli estremi, ricavate nel sottotetto.

L’abbinamento vetro e laterizio caratterizza fortemente i prospetti. Quelli che si sviluppano sui lati più lunghi sono profondamente differenti uno dall’altro: massivo e apparentemente privo di copertura quello tergale a nord-est, trasparente e contraddistinto da una profonda falda principale a sud-ovest. Nei prospetti corti i due materiali si alternano man mano che si sale secondo un andamento a gradini, passando dal pieno del piano terra alla totale trasparenza del piano secondo.
Tali scelte ben si adattano al contesto ambientale e alla localizzazione geografica dell’edificio proteggendolo dal freddo e dai venti provenienti da nord e garantendogli la maggior quantità possibile di luce e di calore proveniente da sud.

La facciata sud-ovest è in realtà una doppia facciata ed è stata progettata come un vero e proprio vestibolo a tutt’altezza: la cortina più esterna è realizzata con un tamponamento completamente vetrato sorretto da sottili colonne metalliche, che ripartiscono perfettamente il prospetto, mentre quella arretrata è compatta e completamente in mattoni di laterizio faccia a vista. Le aperture di quest’ultima, come se fossero le aperture della facciata principale dell’abitazione, sono simmetriche e allineate rispetto a quelle del prospetto tergale. Su questo lato è collocato l’ingresso dell’abitazione, anche esso in vetro, asimmetricamente spostato verso ovest e incassato dentro una profonda bussola metallica: in pianta l’apertura è allineata con un’apertura della facciata più interna, bordata da un portale in calcestruzzo a vista, come ad inquadrare e definirne una specifica funzione.

La cortina vetrata è quindi una sorta di vetrina in cui viene mostrata l’abitazione, e di sera, con le luci interne accese, questo effetto viene ulteriormente amplificato.
L’interstizio tra le due facciate è occupato da una scala metallica autoportante che collega il piano terra al primo e che percorre quasi l’intera lunghezza dell’edificio. La scala termina al piano primo in un ballatoio che, oltre a consentire la distribuzione nelle camere, permette l’affaccio su tutto il vestibolo.
Dal piano primo un’altra scala, ricavata nel corpo dell’edificio, conduce al grande ambiente del secondo piano: un parapetto metallico dipinto di blu ne denuncia, anche all’esterno, la presenza.

Nel prospetto nord-est, invece, il mattone faccia a vista non è filtrato dal vetro ed emerge in tutta la sua monumentalità e compattezza. Le aperture, simmetricamente e regolarmente ordinate nella facciata, sono incassate nel muro di 50 cm di spessore, e sembrano quasi nascondersi. Questa soluzione conferisce maggiore profondità alla cortina muraria, rafforzando uno degli aspetti caratterizzanti le architetture di Bienefeld, ovvero che un muro, per essere chiamato muro, deve essere autoportante e denunciare chiaramente la sua stabilità. Le colonne metalliche e la chiusura vetrata, in questa facciata, riemergono solo all’ultimo piano e servono per staccare la copertura, accentuarne l’altezza, e conferire astrattezza e leggerezza a tutto il fabbricato. Il tetto sospeso sembra galleggiare sul massivo volume in laterizio faccia a vista della casa.
Ai prospetti lunghi, cadenzati e regolarmente ripartiti, si contrappongono i prospetti corti nei quali emergono l’asimmetricità del tetto a falde, delle aperture del piano terra e primo, e l’alternanza pieno vuoto del laterizio e del vetro. Il laterizio faccia a vista è disposto in maniera classica a giunti sfalsati, tranne in presenza delle aperture, sopra le quali, per sei file, i mattoni vengono ruotati di 90 gradi realizzando un architrave a tre teste, non strutturale, ma ben visibile.

Anche negli interni il laterizio faccia a vista è molto presente: se gli ambienti più privati, come le camere, sono completamente intonacati, colorati di bianco e pavimentati in parquet, gli spazi più comuni come l’atrio, il ballatoio e le scale che conducono dal primo al secondo piano, sia in pianta che in alzato, sono in laterizio faccia a vista, contribuendo ad accentuare l’immagine della casa all’interno di una teca vetrata. Gli stessi tavelloni di tamponamento dei travetti metallici della copertura sono lasciati a vista ampliando la colorazione rosso-arancio degli interni.
Ancora una volta, anche nella casa Babanek, la semplicità delle linee chiare e pulite e l’utilizzo consapevole e sensibile dei materiali, contraddistinguono l’architettura di Bienefeld, conferendogli una modernità inconfondibile, senza tempo, e per questo duratura.

 

Claudio Piferi
Professore Associato, Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di Firenze


Scheda tecnica

Oggetto: Casa Babanek
Località: Brühl, Rhein-Erft-Kreis, Germania
Committente: Privato
Progetto architettonico: Heinz Bienefeld
Cronologia: 1991 (progettazione), 1995 (realizzazione)
Superficie: 290 m2
Fotografie: Cornelia Suhan

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