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Francia/Margaux  
Foster+Partners

Nuovo padiglione per il vino Chateau Margaux Bordeaux

Nel percorso progettuale di Norman Foster la struttura ad albero per il nuovo padiglione presso le vigne di Chateau Margaux raccoglie l’eredità della ricerca condotta per l’aeroporto di Stansted, per le pensiline delle stazioni di servizio Repsol e per la fermata della metropolitana di Canary Wharf a Londra. 

Stansted è la pietra miliare delle strutture ad albero, a sorreggere coperture a traliccio perimetrate da involucri trasparenti: i rami dell’albero aumentano il numero degli appoggi per la copertura e ne riducono le distanze rispetto alle grandi luci esistenti a terra tra i montanti principali. In tutti questi progetti lo spazio è percepito orizzontale, unico e indiviso, capace di estensione teorica all’infinito mediante semplice aggiunta di campate, o di moduli geometrici di base del disegno di copertura; in essa la specifica quantità di luce richiesta sempre determina forma e numero delle aperture. 

A Bordeaux, a poca distanza, nella Sede della società elettrica di Francia, Foster aveva già caratterizzato gli spazi produttivi con i materiali naturali. Essi ritornano nel progetto di Chateau Margaux in modi significativi, facendosi carico delle strategie d’avvicinamento empatico al luogo. Sono presenti nelle partizioni interne di primo piano e nelle pannellature di copertura; sono pure evocati nel fusto e nei rami degli alberi portanti, a sostegno della copertura completamente ammantata dai coppi in laterizio. La struttura crea un legame formidabile con la tradizione locale: il primo nome noto di Bordeaux in età romana è Burdigala; etimologicamente burdi significa ferro mentre gala fonte. Burdigala si riferisce alla fusione del ferro, storica attività dell’area. 

Sopraggiungendo alla sede della cantina gli occhi si riempiono delle distese di viti; subito sopra s’elevano le falde in coppi e canali delle strutture adibite al deposito e alla lavorazione del vino. Il nuovo padiglione bilancia le altezze di un corpo di fabbrica poco distante verso la sede originaria. Sulla destra del nuovo volume è una zona alberata, sulla sinistra sono gli opifici storici con le loro coperture in coppi: è come se dagli uni il padiglione avesse preso ispirazione per la struttura, mentre dagli altri avesse carpito la materia e il colore del coperto. La pendenza delle falde richiama quelle esistenti, componendosi nel gioco di piani geometrici obliqui dal caratteristico colore rosso, reso moderatamente disomogeneo dall’alchimia degli impasti argillosi, delle cotture in fornace e del tempo. Coppi e canali sono posati su listelli in doppia orditura, per consentire la ventilazione delle stratigrafie sottostanti.

La nuova realizzazione di Foster ripropone le caratteristiche delle sue architetture citate in incipit: la struttura è puntiforme ed espressiva, il piano intermedio non chiude mai completamente la visuale, lo spazio è percepito intero e orizzontale, l’illuminazione naturale penetra dal perimetro e dai moduli triangolari finestrati a tetto, disposti sotto il controllo attento di Claude Engle, specialista dell’illuminazione in innumerevoli occasioni a fianco dell’architetto, come a Stansted e Canary Wharf. 

A Chateau Margaux le fabbriche erano intoccate da duecento anni. Agli inizi dell’800 l’architetto Louis Combe aveva progettato il palazzo neoclassico attorno al quale si sono costruite le fabbriche produttive. I nuovi spazi inaugurano in occasione del bicentenario della fondazione, nel giugno 2015. La firma inglese prolunga in Aquitania l’intricata storia di conquiste e reciproche contaminazioni da parte della cultura francese e di quella britannica, sulla via del vino e dei porti affacciati sulle coste atlantiche.

Alberto Ferraresi Architetto
libero professionista


Scheda tecnica

Oggetto: Nuovo padiglione produttivo
Località: Margaux, Francia
Committente: SCA Château Margaux
Progetto architettonico: Foster+Partners Design Tea (Norman Foster, Taba Rasti, Narinder Sagoo, Pablo Urango, Manuel Fernandez, Jaime Valle, Stefan Popa, Ana Fernandez, Martinez Begoña, de Abajo Rosella Stina); Foster+Partners Engineering Team (Roger Ridsdill Smith, Andrea Solignon, John Larkey, Arthur Lapeyrere, ChrisTrott, Dorothee Woollard, Laura Smith, James Wroot, Wolfgang Muller, Umesh Patel)
Collaborating Architect: A3A Cabinet d’Architecture (Guy Tropres, Carolin Tropres, Anne Sophie Tropres)
Progetto strutturale: Ingerop
Progetto impiantistico: Secath
Consulente per l'illuminazione: Claude Engle Lighting Consultants
Cronologia: 2009 (progetto), 2012-2015 (costruzione)
Superficie: 1.200 m2 piano primo, 1.430 m2 piano terra
Fotografie: Nigel Young

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