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Belgio/Hasselt  
Lens°Ass

Caravan a Hasselt, Belgio

Le numerose innovazioni tecnologiche dell’ultimo secolo, conseguite per rispondere a un rinnovato quadro esigenziale, hanno portato a modificare parte dell’architettura tradizionale per trasformarla in un sistema più flessibile, in alcuni casi anche temporaneo e trasformabile. In questo senso, le differenti configurazioni di rapporti sociali hanno avvicinato l’apparentemente dicotomico accoppiamento stanziale-movimento: basti pensare alle nuove tipologie residenziali quali abitazioni temporanee, motel, imbarcazioni, camping, camper, tutti luoghi residenziali che certamente non possono essere associate al concetto di permanenza in un luogo. In casi estremi si tratta di abitacoli in movimento per «Abitare on the road», come ricorda il titolo del volume pubblicato per Alinea (Firenze 2003) da Eleonora Trivellin, un’abitazione trasferibile destinata al turismo o all’emergenza, insomma per il nomadismo delle persone di passaggio su un territorio oramai privo di frontiere.

Storicamente una parte della cultura architettonica americana ha indagato il tema della residenza temporanea e transitoria fino ad arrivare a sviluppare il concetto di mobile home. I primi modelli di abitazioni mobili sono riconducibili agli studi effettuati dall’esercito statunitense e alle ricerche di Richard Buckminster Fuller: quest’ultimo, con la Dymaxion house (1930-1945), ipotizza un’abitazione composta da elementi prefabbricati leggeri, facilmente componibili, estremamente economica e energeticamente autarchica. La Dymaxion (DYnamic, MAXimum, tensION) house, realizzata con tecnologie all’avanguardia, era pensata in modo da poter essere trasportata ovunque per consentire una permanenza provvisoria; purtroppo l’abitazione non entrò mai in produzione a causa del fallimento dell’azienda produttrice.

Anche alcune delle esperienze avanguardiste, finanche staccandosi dall’ordinario e dal fattibile con delle visioni che anticipano la speranza e si proiettano verso l’utopia, hanno immaginato «case in movimento». È il caso della Walking City (1964) pensata da Ron Herron, Archigram, in cui le cellule edilizie sono strutture lunghe 400 m e alte 220 che poggiano su otto gambe e, al pari di automobili, permettono gli spostamenti.

Nonostante anche in Italia ci siano state delle esperienze in tale senso sintomatiche, basti pensare alla Casa ideale proposta da Gian Luigi Banfi nel 1942 e composta da due parti funzionalmente separate di cui una stanziale e una mobile, l’eredità della civiltà romana ha determinato una coscienza fondata sull’imperativo della durata [1]. Tale memoria di massività, permanenza e materia è presente in molti altri Paesi europei.

In uno di questi, il Belgio, un giovane gruppo di progettisti, i Lens°Ass di cui Costruire in Laterizio ha già pubblicato la Tana del coniglio a Gaasbeek [2] e il Centro di assistenza a De Ark ([3], si è cimentato nella rivisitazione di un caravan in ottica massiva, rivestendolo per tale motivo con elementi di laterizio faccia a vista. Della vasta gamma di prodotti a disposizione, i progettisti hanno impiegato il listello, elemento estruso caratterizzato dal sottile spessore (2,5 cm ca.), dalla superficie interna nervata e dentellata con code di rondine per favorire l’ancoraggio tramite malta e con la superficie esterna che può essere facilmente resa impermeabile alle acque meteoriche.

Il contrasto è evidentemente fortissimo: un elemento mobile come il caravan viene rivestito con il materiale della permanenza per eccellenza, il laterizio.

L’occasione utile è una serie di Bed & Breakfast ideati appositamente per la manifestazione Parallel Event di Manifesta 9: il concorso ha invitato nove progettisti, tra i quali Michaël Verheyden, Domun Ontwerpstudio, Oculus, Linde Hermans, Peter Kint e appunto Bart Lens, a ripensare nove caravan.

Il risultato sono nove piccole cellule di cui una, quella di Lens°Ass, spicca per la novità materica e cromatica di un materiale tradizionale.

Bibliografia
  1. N. Sinopoli, V. Tatano, Sulle tracce dell’innovazione. Tra tecniche e architettura, Franco Angeli Editore, Roma, 2002.
  2. A. Ferraresi, La tana del coniglio, Gaasbek (B), Costruire in laterizio149 (2012) 18-23.
  3. A. Ferraresi, Centro d’Assistenza a de Ark, Hasselt, Belgio, Costruire in laterizio 158 (2014) 24-29.

Adolfo F. L. Baratta
Professore Associato, Università degli Studi Roma Tre


Scheda tecnica

Oggetto: Caravan
Località: Hasselt, Belgio
Committente: Manifesta 9
Progetto architettonico: Lens°Ass
Cronologia: 2012
Fotografie: Philippe van Gelooven e Frank Gielen

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