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Italia/Faenza  
Lelli Architetti

Recinti in laterizio

La riqualificazione del sito di una vecchia fornace diventa spunto per ideare una originale tipologia insediativa, dove la muratura in laterizio, usata sia per le abitazioni, sia per la delimitazione di patii e giardini, è elemento connotante, dando forma a spazi aperti e chiusi, privati e collettivi

 

Il recupero dell’area industriale dismessa della Fornace del Bersaglio, da cui deriva il nome del nuovo insediamento, ha costituito il punto di partenza per l’ideazione progettuale di una originale tipologia residenziale, il cui obiettivo era la costruzione di un luogo per abitare in collettività all’interno di un paesaggio agricolo. L’area di progetto si trova sulle prime colline dell’Appennino, vicino a Faenza (RA), nel sito di una fornace di laterizi attiva a inizio Novecento e poi dismessa nel dopoguerra. La fornace sorgeva in contesto agricolo poiché situata direttamente in una cava di argilla. Oggi, l’intera area è vincolata dalla sovrintendenza: da qui l’idea di restaurare i manufatti a uso museale, affiancandovi un insediamento residenziale di nuova costruzione in modo da vitalizzare la zona e intrecciare spazi pubblici e privati in una sorta di microcosmo urbano innestato nella campagna. 

La particolarità dell’insediamento è quella di configurare un tessuto quasi urbano, compatto e omogeneo, «un’isola», citando le parole di uno dei progettisti, l'architetto Gabriele Lelli. Per rispettare il contesto in cui si collocano, le 34 nuove abitazioni sono a un piano, allo scopo di inserirsi nel paesaggio discretamente, senza emergenze, se si esclude la torre piezometrica che conteneva un serbatoio d’acqua, simbolo della preesistente attività industriale. Il committente delle residenze è una cooperativa che, dunque, ha posto l’obiettivo di realizzare abitazioni di piccole dimensioni, con metrature tipiche dell’appartamento all’interno di un edificio collettivo, con lo scopo di mantenere il costo contenuto. 

Il tema dell’edificio residenziale plurifamiliare collocato in campagna non aveva riferimenti progettuali, per cui la scelta dei progettisti è stata quella di creare una sorta di condominio orizzontale, intervallato da spazi aperti privati e da percorsi collettivi, sviluppato per piccoli appartamenti con giardino, simili alla tipologia a schiera ma con metrature delle residenze più piccole, maggiore variabilità spaziale e intensità di uso del suolo ripetto a tale tipologia. Si è così ottenuta una soluzione abitativa originale, che garantisce un uso maggiormente intensivo del suolo rispetto alla villetta unifamiliare, con evidenti vantaggi sia economici che ambientali, garantendo al contempo economicità e un giusto compromesso tra creazione di una comunità e mantenimento della personalizzazione dello spazio privato. Le aree esterne, racchiuse da «recinti murari» per separare le zone private dai percorsi carrabili e pedonali collettivi, sono l’elemento che consente il controllo dei diversi livelli di privacy sia degli spazi interni, sia degli spazi esterni. 

Secondo Gabriele Lelli, «l’intenzione è di proporre un modo di abitare in campagna in un unico piano orizzontale, dove ciascuno ha diversi rapporti con il contesto naturale esterno: molto privato nei patii, in comune nelle aree verdi dello spazio pubblico che attraversa tutta l’area e, infine, libero nella percezione del paesaggio agrario circostante». Gli alloggi hanno una distribuzione su un unico livello, con due spazi aperti di pertinenza, di cui uno, caratterizzato da un portico in legno, destinato a due posti auto e l’altro destinato a giardino. Tali spazi esterni, incastonati nell’abitato in maniera sempre diversa e confinati dai muri in laterizio, si configurano come dei patii protetti e privati. 

Le abitazioni sono di piccole dimensioni e variano dal bilocale all’appartamento con tre camere da letto, con configurazioni sempre diverse ma raggruppabili in 5 tipi. Tutte le altezze sono contenute per meglio fondere la costruzione nel paesaggio: il livello più alto è costituito dagli aceri, scelti come pianta predominante nei giardini; più bassi si elevano i portici in legno, comunque al di sotto dei volumi delle case, fino ai muri delle stesse che hanno diverse altezze a seconda del grado di privacy che devono garantire.
Tutte le aperture private, sia le porte che le finestre, affacciano prevalentemente sulle piccole corti. Anche le forme e le tecniche costruttive sono connotate da semplicità e artigianalità, in sintonia con il contesto. Le residenze sono formate per volumi semplici e compatti, con la scelta del tetto piano per evitare sporgenze e del tetto giardino per fondersi con l’intorno. 

Sempre in sintonia con il paesaggio, sono stati scelti materiali collaudati e naturali, derivanti dalla terra: la fornace è stata ripristinata lasciando i mattoni a vista; le abitazioni sono state costruite in muratura portante monostrato con blocchi in laterizio porizzato, chiamati a svolgere sia il ruolo strutturale che quello di chiusura isolante; rivestimento delle facciate e dei muri di recinzione è l’intonaco di calce impastata con inerti grossolani; i solai delle coperture sono in legno. La muratura in laterizio domina, dunque, l’intero insediamento, costituendo l’elemento costruttivo delle residenze e delle recinzioni di giardini e patii, delimitando le diverse aree, aperte e chiuse, e garantendo i differenti livelli di privacy tra spazi pubblici, collettivi e privati.

 

Monica Lavagna Professore Associato
Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito, Politecnico di Milano

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