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Italia/Firenze  
Speciale “Cupola del Brunelleschi”

Il dispositivo a spinapesce: attualità e futuro della tecnologia costruttiva brunelleschiana

La letteratura su Brunelleschi ha tramandato una tecnica per la posa di mattoni a ‘spinapesce’ utilizzata per costruire cupole a volta autoportanti senza ricorrere a telai o casseforme di supporto. Lungo quasi due secoli la tradizione costruttiva fiorentina ha perfezionato e utilizzato ampiamente questa tecnologia.

Nel quarto decennio del Cinquecento, Antonio da Sangallo il Giovane ha disegnato il modello di questa procedura costruttiva e l’ha utilizzata in importanti opere. Questo articolo vuole mettere a fuoco i principi e le regole che stavano alla base di una tecnica allora tanto efficiente quanto poi dimenticata e misconosciuta: ed è proprio a partire da alcune opere dei Sangallo che siamo partiti per meglio comprenderla. Sebbene questa tecnologia venne abbandonata, oggi essa potrebbe tornare di grande attualità e persino innovativa dal punto di vista della sostenibilità.
Il ridisegno tridimensionale delle orditure dei laterizi di queste strutture spesso nascoste sotto gli intonaci, apre un campo di studi in gran parte inedito. A differenza delle canoniche rappresentazioni prospettiche o assonometriche, grazie ai moderni programmi di modellazione in 3D è possibile analizzare le condizioni di equilibrio legate a condizioni di reciprocità e di continguità tra i singoli elementi di laterizio che garantiscono la staticità di queste coperture voltate in condizioni di semplici sforzi di compressione e dei loro carichi. Ci troviamo davanti a un problema e a una tecnologia antica ma carica di suggestioni per lo sviluppo di applicazioni future.

Attilio Pizzigoni
Professore associato, Dipartimento d’Ingegneria e Scienze Applicate Università di Bergamo
Vittorio Paris
Ph.D. student, Dipartimento d’Ingegneria e Scienze Applicate Università di Bergamo