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Laterizi ed «isola di calore»: strategie cool nella tradizione

Recentemente si è diffuso l’interesse a sperimentare strategie volte alla mitigazionedel fenomeno dell’ «isola di calore» che si genera negli estesi ambienti urbani a causa del surriscaldamento delle superfici degli edifici e delle strade. Materiali con modeste caratteristiche di riflettanza rischiano di accentuare il fenomeno. I laterizi per coperture (tegole e coppi),dalle equilibrate proprietà radiative e grazie alla ventilazione sottomanto, sono invece in gradodi garantire minori temperature superficiali, riducendo gli apporti di calore all’aria esterna

Negli ultimi anni sta crescendo l’attenzione verso soluzioni costruttive per coperture a elevata riflettanza anche nel nostro contesto climatico, sulla scia degli anglosassoni cool roofs (tetti freddi), ovvero sistemi di copertura che sfruttano le proprietà radiative dei manti per il contenimento dei consumi energetici, sia alla scala dell’edificio che a quella urbana. Tecnologie di involucro edilizio leggero e montate a secco (come il sistema balloon-frame), associate a rivestimenti metallici, hanno portato all’insorgere del problema del surriscaldamento degli edifici soprattutto nei climi più caldi (California, Florida, Paesi tropicali) e in assenza di un adeguato isolamento dell’involucro.  Allo stesso tempo, si sta sempre più diffondendo l’interesse a sperimentare strategie volte alla mitigazione del fenomeno dell’«isola di calore» che si genera negli estesi ambienti urbani a causa del surriscaldamento delle superfici degli edifici e delle strade. Materiali da costruzione con ridotta albedo1 (riflettanza) raggiungono, infatti, temperature elevate quando esposti alla radiazione solare e trasferiscono calore all’aria adiacente contribuendo all’incremento delle temperature a scala urbana. La ricerca, i cui esiti sono illustrati nel seguito, si è posta l’obiettivo di stimare in laboratorio le proprietà radiative di alcuni materiali per manto di copertura, per poi valutarne in opera, in condizioni atmosferiche reali, l’albedo. Il monitoraggio svolto ha inoltre permesso di misurare le temperature superficiali raggiunte dai manti in fase estiva, per valutare il possibile impatto dei diversi sistemi sul fenomeno «isola di calore»...