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Belgio/Gaasbeek  
Lens°Ass Architects

La tana del coniglio Gaasbeek

Per quel che ci è dato sapere, entrare nella tana di un coniglio significa trovarsi in un reticolo di percorsi sotterranei, con molte inaspettate risalite in superficie, voragini improvvise e molteplici intersezioni fra le piccole gallerie. Da Alice nel paese delle meraviglie in poi, la tana del coniglio è inoltre la porta d’accesso a un mondo fantastico e senza tempo, in cui si vivono avventure straordinarie, mentre il quotidiano scorre altrove, in altra dimensione. Nel reinterpretare un complesso di edifici rurali storici nei pressi del castello di Gaasbeek, in Belgio, Bart Lens pensa proprio, per sua parola e metaforicamente, alla tana del coniglio: ne costruisce i percorsi di collegamento fra le parti, attribuisce a essi l’opportuna naturale matericità e apre nuovi inattesi squarci visuali sul mondo esterno.

Il punto di partenza è costituito da piccoli fabbricati isolati, raccolti attorno a un’aia quale elemento connettivo. Il progettista ribalta le condizioni di base: ritaglia superficie allo spazio aperto e realizza un percorso coperto, nuovo centro di connessione fra i volumi preesistenti. È questa la galleria principale della tana del coniglio, da cui è possibile raggiungere ogni altra meta all’interno del costruito. Lungo il percorso non si vede l’uscita, né alcuna chiara destinazione: occorre seguire la luce e l’istinto, lasciandosi guidare dagli improvvisi collegamenti trasversali, dai salti di quota con rampe e gradini, dai vuoti delle doppie altezze e dai traguardi visivi, aperti sia sugli ambienti interni, sia sul panorama circostante. 

Non solo campagna e ruralità sono inquadrate dalle vecchie e dalle nuove aperture. Il nobile milanese Giuseppe Arconati Visconti, congiurato per motivi politici nel 1821, espatriò in Belgio, dove diede ospitalità a esuli e uomini di cultura. La moglie del marchese, all’inizio del secolo successivo, donò allo Stato belga il castello e la collezione d’arte di oltre 1500 pezzi, in cui figurano alcune opere davvero celebri: tele, manoscritti, arazzi, gioielli e un giardino di poco meno di 50 ettari d’estensione, che raccoglie essenze selezionate secondo studi rinascimentali medicei. Il castello, frutto nei secoli di rifacimenti e ampliamenti, conserva la fisionomia romantico-ottocentesca della fase di proprietà Arconati Visconti: matericamente laterizia, con differenti colorazioni dei mattoni, capaci di guidare chi osserva nella lettura delle fabbriche e delle fasi costruttive del complesso. Allo stesso modo accade per il rinnovato insieme rurale posto a poca distanza e in vista del castello: proprio nell’accostamento dei colori e dei sistemi di posa differenti, risiede il sicuro rimando al vicino complesso monumentale e, al contempo, l’accenno ad approcci linguistico-progettuali più tipicamente contemporanei. Nel frattempo, nel 1865, Lewis Carrol scriveva Alice’s Adventures in Wonderland.

A partire dal 1992, l’artista americano Spencer Tunick coinvolge centinaia di volontari quali nude comparse per fotografie, aventi come complice scenario celebri ambientazioni monumentali o naturalistiche. Nel 2011, a un solo anno dal completamento del complesso rinnovato da Bart Lens, Tunick allestisce la performance artistica Sleeping Beauties proprio davanti al castello di Gaasbeek: sono 800 i volontari coinvolti in quest’occasione. Nella poetica dell’artista, i corpi all’interno delle inquadrature fotografiche equivalgono alle singole molecole per la natura: si compongono fra loro in moltitudine, divengono sostanza costitutiva del paesaggio, dando così vita alle forme, agli oggetti e agli esseri viventi più complessi. Come i corpi per Tunick, così sono i mattoni per il castello e per il complesso rurale di Gaasbeek. Il mattone di laterizio costituisce, infatti, l’unico componente dei setti murari della nuova abitazione e dell’annesso laboratorio veterinario. Il percorso di collegamento è come scavato in questa unica materia, l’argilla cotta, secondo gli andamenti resi possibili dalle diverse consistenze delle sue sponde. Le differenti doti di spessore murario dei volumi originari, comunque generose, combinandosi con le giaciture dei percorsi, definiscono talvolta angoli non più retti, risolti con preciso taglio dei conci agli spigoli delle nuove pareti.

Il progettista dichiara di aver impiegato il mattone per rinforzare, fisicamente e concettualmente, la struttura preesistente. Il mattone costituisce così l’elemento di collegamento fra passato e presente. Afferma Bart Lens nella relazione di progetto: «Non si tratta di ricostruire, né di confrontare l’esistente con il nuovo. Si tratta della terza via, quella dell’integrazione del nuovo con un contesto storico». 

Alberto Ferraresi
Architetto, libero professionista


Scheda tecnica

Oggetto:

La tana del coniglio

Località: Gaasbeek, Belgio
Progetto architettonico: Lens°Ass Architects: Bart Lens, Hasselt
Cronologia: 2010 (realizzazione)
Superficie: 472 m2
Premi: Brick Award 2012
Fotografie: Philippe van Geloove, Bieke Claessens, Andri Haflidason

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