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Regno Unito/Londra  
Lipton Plant Architects

Brick and a Half house Londra, Gran Bretagna

Lipton Plant Architects è un giovane studio londinese, fondato nel 2002 da Edward Lipton e Jonathan Plant, che annovera nel suo portfolio esperienze professionali indirizzate soprattutto ai temi della residenza pubblica e privata, improntate a un lavoro collettivo e interdisciplinare con un’impostazione alquanto pragmatica. L’intervento, realizzato su una casa vittoriana di belle proporzioni e inserita in un sistema urbano di case a schiera – comunque separate l’una dall’altra da piccoli passaggi pedonali che le configurano come case isolate – è localizzato ad Alwayne Place, nella zona di Islington a Londra. Il progetto riguarda l’ammodernamento dell’intero edificio, rispettando l’immagine originaria, e un piccolo ma significativo ampliamento nella parte posteriore, al piano terra e in parte del primo piano. Nell’edificio storico si riconosce l’impianto di una tipica casa a schiera di età vittoriana: due campate, lo spazio abitabile passante con doppio fronte, la zona laterale di servizio che include la scala di distribuzione. 

Il progetto principalmente affronta il tema del rapporto con una preesistenza storica, non nei termini di una imitazione, ma attraverso una interpretazione «evoluta» della tipologia a schiera. Sul piano volumetrico, si configura come la giustapposizione di un basamento «vuoto» collocato ai piedi della casa, che occupa una parte del patio retrostante. Tale basamento presenta due aspetti che esprimono due modalità di istituire un rapporto «dialettico» con la preesistente casa. Anzitutto la sua costruzione, un ampio portale «a tunnel» (così l’avrebbe chiamato Livio Vacchini), costituito da due lunghi muri portanti e un ampio solaio che annulla la doppia campata tradizionale, in modo da svuotare i due prospetti: in tal modo si ottiene verso l’interno un’unità con lo spazio della vecchia casa e verso l’esterno una continuità, attraverso un’ampia superficie vetrata, con il patio pavimentato – si noti come la lunga trave del solaio rivestita in mattoni sia continua e si appoggi sui due muri. È la prima innovazione; la seconda è la scelta del materiale, l’uso di un mattone in laterizio faccia a vista, smaltato di colore blu-ardesia, tipico dello Staffordshire, lo stesso materiale dell’edificio originario ma in una variante colorata più «espressionista», che evidenzia e distingue il corpo aggiunto. 

Infine, proprio a sottolineare l’autonomia del corpo di fabbrica, gli autori mettono in atto una serie di piccole innovazioni costruttive, che denotano proprio un approccio empirico al progetto: per esempio la soluzione del solaio calpestabile trasparente, che illumina gli interni e copre la cucina e il salotto al piano terra. L’intervento testimonia, con una mirabile esemplarità, quale sia l’esito della architettura inglese in questo momento, un colto manierismo che mette in luce la sua doppia anima: da un lato un gusto «minimalista», che si evidenzia, per esempio, nell’accostamento dei materiali senza giunti, nello specifico del mattone con il vetro senza telai di fissaggio; dall’altro il recupero di una tradizione «brutalista», com’è mostrato dall’uso del mattone blu-ardesia montato a giunto largo (gli Smithson sono stati ammirevoli nell’esprimere una idea di domesticità anglosassone, borghese e confortevole, come ci testimonia la bella casa Sugden, proprio in mattoni). 

Gli autori hanno chiamato la casa «Brick and a half House»: forse con questa denominazione hanno voluto proprio indicare i caratteri di questo intervento, che abbiamo già indicato, un’autonomia espressa attraverso la costruzione delle nuove parti, concepite innovando la tecnica e trasformando lo spazio – la metà casa – e un uso del suggestivo mattone blu-ardesia dello Staffonshire.

Vitangelo Ardito
Ricercatore, Politecnico di Bari


Scheda tecnica

Oggetto: Residenza «Brick and half House»
Località: Alwyne Place, Londra (GB)
Committente: Casalgrande Padana Spa
Progetto architettonico: Lipton Plant Architects
Cronologia: 2013

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